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sabato 5 marzo 2022

Recensione Narrativa: IL RITORNO DEI GRANDI ANTICHI - PARTE SECONDA a cura di Gianfranco De Turris.

Autore: AA.VV..
Curatore: Gianfranco De Turris.
Anno: 2020.
Genere:  Horror tributo Lovecraft.
Editore: Delos.
Pagine: 240.
Prezzo: 15,00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Seconda parte, in rigoroso ordine alfabetico per autore, dell'antologia Il Ritorno dei Grandi Antichi, a cura di Gianfranco De Turris. Abbiamo già presentato e analizzato il primo volume e, pertanto, rinviamo a quanto già scritto circa la natura del progetto e gli obiettivi che ne stanno alla base.

Quattordici racconti proseguono la prima parte senza che vi sia, rispetto a essa, una cronologia di stesura o di divisione per tematica. Autori noti, per esser stati letti anche sulle pagine Mondadori, quali Giulio Leoni, Nicola Lombardi, Pierfrancesco Prosperi, Errico Passaro, Nicola Verde e Antonio Tentori, si alternano ad altri conosciuti nel panorama meno commerciale del fantastico italiano e a qualche nuova proposta (tra cui il sottoscritto). Un mix che si presenta piuttosto omogeneo e che propone il mito dei grandi antichi lovecraftiani in un'ottica sociale dai risvolti profetici, col suo suggerire contaminazioni, sovversioni politiche e persino esplosioni di quelle che parevano essere improbabili guerre in contesto europeo. La trasfigurazione dei corpi, la corruzione sociale, l'aumento esponenziale del crimine e il governo ombra sono altre sottotracce che fungono da trait d'union tra i tanti autori, i più dei quali orientati ad ambientare le loro storie in scenari italici.

Tra tutti i racconti spicca Cireneo Fauno del giornalista RAI Adriano Monti-Buzzetti, al quale va il nostro ideale premio per il miglior racconto dell'antologia. La tradizione papalina del 1514 si intreccia alla contemporaneità con una scoperta, dagli scavi vaticani, che riporta alla luce il corpo di una bestia simile a un elefante pronta a liberarsi definitivamente e a corrompere l'umanità partendo direttamente dalla benedizione del papa. Monti-Buzzetti accenna a Papa Leone X, ai due elefanti che gli furono donati, uno dei quali amatissimo dal pontefice mentre l'altro, rapito dallo Sri Lanka dove era venerato alla stregua di una divinità (alla King Kong), odiatissimo per il suo atteggiarsi a creatura assetata di sangue e capace di assumere il controllo delle menti degli uomini. Atmosfere alla Dan Brown e omaggi a Frank-Belknap Long per un racconto di primissimo livello, ben gestito fino al terrificante epilogo.

Il male che non muore mai è ripreso da Giulio Leoni e dal suo Il Segreto del Tassidermista. Un'operazione di restauro di un'abitazione semi-abbandonata porta alla scoperta di misteri che sarebbe stato bene non sciogliere, primo tra i quali quello legato alla misteriosa scomparsa di un bizzarro conte che era stato in contatto epistolare con Lovecraft. L'uomo, un collezionista di strani animali pervenutegli da ogni parte del mondo per essere imbalsamati, viene rinvenuto privo di vita in una stanza segreta dell'edifico in compagnia di un essere solo in apparenza deceduto e che lo stesso aveva tentato di imbalsamare.

Molto interessanti La Carne Yiigssh del sempre bravo Luigi Musolino e Il Suono delle Tenebre dell'emergente Jiri Padoan. Entrambi piuttosto convenzionali per soggetto, si rivelano ben gestiti con punte di orrore puro centellinato grazie a una sapiente gestione della tensione. In particolare Luigi Musolino ricorda certe storie di Robert Ervin Howard miscelato a Lovecraft e alla tematica del pericolo giallo rappresentato dalla Cina. Ambientato in un contesto campestre piemontese, la perdizione dell'uomo parte dal vizio della gola e da questa conduce alla disgregazione del comune vivere fino alla trasformazione corporea in creature “nuove”, serpentiforme, destinate ad annullarsi nel grande uno. “È un cambiamento immane che passa da un cibo che corrompe mente e corpo annullando tutto ciò che ci identifica.”

Padoan sposta l'orrore nel mondo delle musica ipnotica, infarcita di formule magiche e suoni studiati su testi occulti così da permettere ai grandi antichi di svegliarsi e condurre il mondo alla fine dei tempi. Giostrato con una serie di flashback e il tentativo di un recensore di condurre un'intervista al leader di un gruppo di heavy metal, Il Suono delle Tenebre si chiude in crescendo apocalittico che sfocia in un eccelso epilogo, allusivo (un po' alla James Blish di Black Easter), che suggerisce lo scoppio di una guerra che, in questi giorni, non appare poi così lontana. Segue la via della diffusione massmediatica che porta alla corruzione delle menti Nicola Lombardi con L'Ultimo Show. Testo satirico sulla deriva televisiva di questi ultimi anni, tra reality show e personaggi pubblici decaduti per problemi d'amore e vizi del gioco che vengono risollevati dalla tv e non perdono occasione per promuovere il loro ultimo libro nei varietà popolati da vallette e tuttologi. In tale contesto, va in scena un'invocazione in diretta tv agli antichi ormai prossimi a tornare nella nostra dimensione.

Non troppo dissimile è Il Risveglio del Dio del Caos di Nicola Verde in cui si immagina un sotterraneo, sepolto sotto un cumulo, nella campagna sarda. Là sotto attende l'idolo di un demone, associato al Belzebù della tradizione cristiana ma in realtà legato a esseri molto antichi, pronto a muoversi nel “nostro” mondo per sostituire l'umanità con una nuova progenie di creature antropomorfe (e dotate di un terzo occhio). Sulla stessa tematica, ma meno incisivo, Sotto le mura di Morteschio del critico cinematografico e letterario scuola “Profondo Rosso” Ivo Scanner. Bella la costruzione iniziale e l'ambientazione (ancora campestre) al servizio di un soggetto che fila bene fino al deludente finale. Scanner gioca con la storia politica italiana (siamo poco dopo la morte dell'onorevole Moro), i complotti e un'intelaiatura thrilling che paga un epilogo non all'altezza del resto del racconto. Tutto si “risolve” con un omicidio sacrificale che apre un canale diretto tra Arkham e l'Italia. Un'idea, quest'ultima, simile a quella di Nicola Verde che parla di “tunnel che collega il nostro spazio-tempo con il non spazio-non tempo dei Moloch, che possono attraversarlo soltanto se invocati con un sacrificio praticato attraverso un loro avatar terreno.”

Sotterranei misteriosi anche per Il Signore del Tempo di Pierfrancesco Prosperi, che immagina un sottosuolo del Louvre in cui burocrati e rappresentanti politici si ritrovano per trasmettere le energie rubate ai cittadini, costretti a perdere tempo e forze negli intrecci amministrativi (anima satirica di fondo), a un dio malvagio che attende seduto su un trono. Qual'è, allora, il mistero dietro cui si cela la burocrazia? Chi si nutre del tempo perso dai cittadini? Chi governa davvero il mondo?

Non mancano gli orrori acquatici rappresentati da Oltre la Torre di P Town di Matteo Mancini (il sottoscritto) in cui l'anniversario dei quattrocento anni dallo sbarco dei padri pellegrini in America (avvenuto nel 1620) si appresta, con tematiche ambientalistiche, per essere festeggiato da un nuovo arrivo dal mare dove, dei rumori registrati dai sonar sottomarini, sembra essersi risvegliato un essere non meglio precisato pronto a approdare nel nuovo mondo per ribaltare i valori.

Massimiliano Prandini col suo Octopus mette in scena un parco acquatico popolato da strane creature che mirano a sovvertire l'ordine sociale agendo direttamente sui ragazzini delle elementari, mentre i sacerdoti del culto tramano nell'ombra per modificare la percezione umana e fare dell'uomo un ignaro servo dei grandi antichi ormai prossimi a prendere il controllo del mondo.

Esseri microscopici evolvono rapidamente ne Il Seme degli Antichi e portano, un po' come in altri racconti (tra i quali Oltre la Torre di P Town, Cireneo Fauno, La Carne Yiigssh e Il Signore del Tempo), alla degenerazione dell'uomo che muta in qualcosa di alieno (e, nella fattispecie, antropofago). La trasfigurazione dei corpi è il tema anche de La Maschera di Cthulhu dello sceneggiatore (di Lucio Fulci, Bruno Mattei e Dario Argento) Antonio Tentori, che parla di un grandguignolesco rituale di invocazione, sul modello satanico, che prende una piega inattesa per l'officiante.

Fattrici di Dei di Errico Passaro è una sorta di Rosemary's Baby in salsa lovecraftiana. Tra realtà e psicosi, con l'idea, anche qua, del governo ombra retto da una razza ibridata. “I figli dei grandi antichi occupavano le cariche che contavano e, da quei posti di comando, stavano mandando il mondo allo sfacelo, ad un apparente autodistruzione: il politico che negava il riscaldamento globale e la rovina ecologica, il circolo di finanzieri che decideva nelle segrete stanze le sorti di cittadini e imprese, lo stregone di internet che falsava le elezioni con l'arma delle fake news e mandava al potere i suoi lubrichi sodali.”

Chiudiamo l'analisi col più complesso e aulico racconto, un mix di filosofia, metafisica, aspetti religiosi e tematiche junghiane, presentato da Enrico Rulli col suo Schiacciami L'Anima. Tornano l'idea del caos (inteso come annullamento delle polarità contrapposte) e la donna illustrata già al centro del “maledetto” ma eccelso Le Chiavi del Caos (scritto a quattro mani con Gianluca Casseri, poi spree-killer a Firenze), un volume di cui Rulli sembra portarsi dietro la follia con un protagonista vittima di una specie di sortilegio (liberato da uno strano reperto contenente la pergamena del Necronomicon) che lo porta a divenire un assassino e, più in generale, un agente che scatenerà il caos sulla terra facendo emergere la realtà e scacciando la menzogna costruita dalla presunzione dell'uomo.

Si completa così l'antologia su due volumi curata da Gianfranco De Turris. Un progetto indirizzato agli appassionati della narrativa del Solitario di Providence che coglie l'occasione per proporre il meglio del weird italiano, cercando di inserire nel contesto un piccolo gruppo di autori emergenti e nuove proposte. Colpisce per una certa omogeneità nel livello dei racconti con qualche punta in alto e poche in basso, a dimostrazione di una selezione che non ha tralasciato il valore dell'opere limitandosi ad accogliere quanto veniva proposto.

 


L'universo è parte di qualcosa di più complesso della menzogna in cui vive l'uomo. Tutto è retto dagli Dei esterni, supremamente indifferenti a questo universo, alle sue leggi e ancor più alle miserie umane.”

5 commenti:

  1. Sandro G.: Altro tributo a HPL curato dal de Turris, non nuovo a questo tipo di operazioni editoriali che offrono visibilità ai nostri autori di genere, conosciuti o meno, ma perchè sempre Lovecraft? Non sarebbe il caso, anche per scongiurare future saturazioni, visto cosa è diventato oggi il Maestro, nel bene e nel male, in che modo la sua figura e le sue opere si sono radicate nell'immaginario collettivo, di spostare l'attenzione su altri autori del weird horror classico, come Jean Ray, Blackwood o Meyrink? Da librigame mix fra HPL e i cinepanettoni nostrani, Cthulhu con il pannolino da far leggere ai bambini, guide turistico gastronomiche nei luoghi dell'immaginario del Maestro, giochi di ruolo a non finire, una moltitudine di saggi speculativi di dubbio gusto, etc. Si è voluto spremere sino all'osso, ormai riproposto sino alla nausea da editori piccoli e grandi che in passato, quando il trend era ben diverso da quello attuale, lo evitavano come la peste, idem per Tolkien e tanti altri fuoriclasse del fantastico. Di contro invece lo si continua a denigrare per le solite accuse di razzismo, prive di contestualizzazioni storiche, figlie del pensiero unico odierno, omologante e ottuso, vedi il caso Dostoievskji dei giorni scorsi.

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    1. Penso che queste operazioni si concentrano sulla narrativa di LOVECRAFT perché, a differenza di altri autori, la produzione di Lovecraft ha generato un vero e proprio sottogenere letterario che viene, appunto, chiamato come "lovecraftiano". Un altro autore del periodo che è stato oggetto di operazioni di imitazione è sicuramente R.E. Howard, molto più fumettone e variegato (pur nella costante muscolarità dei suoi protagonisti) del solitario.

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  2. In ogni modo per quanto concerne i tributi e gli omaggi letterari, ci si è quasi sempre focalizzati sul pantheon alieno di HPL, mentre a mio avviso si poteva, anche in passato, porre un pò d'attenzione a mò d'ispirazione, a quei meravigliosi racconti d'atmosfera su certi luoghi, città o vecchie dimore, sicuramente una tipologia di storie davvero weird, proprio perchè a differenza dei racconti del Ciclo di Cthulhu, l'autore non forniva mai spiegazioni raziocinanti, seppur folli e disturbanti, il mistero restava tale, e il lettore era più libero di interpretare e speculare. Questo riguarda anche i moderni epigoni del Solitario di Providence, sempre i Grandi antichi o il ciclo fantasy, che diciamola tutta, tranne Lieber e pochi altri, sono operazioni molto discutibili, sia nella forma estetica sia nella sostanza, mischiando l'anima delle sue opere con il finto antirazzismo piccolo borghese di questi ultimi anni, con il femminismo militante che non troppo velatamente accusa Lovecraft stesso di misoginia, con una certa eccessiva ironia fuori luogo, mai presente nelle sue opere. Chi sarà secondo te, il prossimo maestro del fantastico, trasmutato in icona pop e fenomeno da baraccone? Kafka, Borges, Machen? (Sandro G.)

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    1. Credo che l'interesse verso Il CICLO DI CTHULHU, evidente eredità della produzione di Lord Dunsany, sia dovuto in primis alle operazioni curate da AUGUST DERLETH e, in via forse più marcata, dal fatto di essere soggetti caratterizzanti, mentre la produzione che te hai evidenziato è più classica e quindi meno personale.
      Penso che non ci saranno nuovi maestri del fantastico trasmutati in icona pop, a parte R.E. Howard, scrittore che avrebbe fatto fortuna nella Hollywood degli anni ottanta.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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