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domenica 13 marzo 2022

Recensione Narrativa: DIARIO DELL'ANNO DELLA PESTE di Daniel Defoe

Autore: Daniel Defoe.
Titolo Originale: A Journal of the Plague Year.
Anno: 1722.
Genere: Drammatico / Cronaca / Storico.
Editore: Elliot (2014).
Pagine: 210.
Prezzo: 17.50 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

Pubblicato nel 1722, a oltre cinquant'anni dalla “Grande Peste di Londra”, A Journal of the Plague Year dimostra, in tempi di covid 19, quanto ancora sia attuale il testo e quanto l'indole dell'uomo non cambi al passare dei secoli.

Daniel Defoe, reduce dal romanzo Robinson Crusoe (1719) che gli avrebbe concesso l'immortalità nel mondo letterario tanto da farne “il padre del romanzo moderno”, lo stende per ragioni economiche. L'occasione arriva quando a Marsiglia, nel 1720, arriva l'ultima grande ondata europea della “Peste Nera”, una tremenda epidemia apparsa a fine medioevo, nel 1346, e ancora operativa nel vecchio continente.

Defoe si trasforma nel Tucidide dell'epoca moderna, il celebre storico greco che, per la prima volta, nel 400 a.c. descrisse nel suo La Guerra del Peloponneso gli effetti sulla società di un'epidemia altamente infettiva, guardando anche alla cornice del Decameron di Boccaccio. Dal primo arriva la supposta ragione che sottende la stesura del volume (permettere a coloro che verranno dopo di farne tesoro qualora dovessero ritrovarsi in occasioni simili), mentre dal secondo viene ripresa la descrizione dello scoramento collettivo e della progressiva perdita del senso etico.

Pur non essendo stato testimone diretto degli eventi della “Grande Peste di Londra”, che imperversò quando Defoe aveva appena sei anni, l'autore si cala negli immaginari panni di un ispettore chiamato a vigilare sull'osservanza delle ordinanze sindacali emesse nell'anno 1665 per far fronte al male. Attraverso il ricordo di questo personaggio, che narra i fatti in prima persona, Defoe ricostruisce nel dettaglio l'anno della peste. Lo fa però in un modo più prossimo al saggio che al diario o al racconto di narrativa, sebbene vi siano aneddoti all'interno presentati a mo' di racconto. Lo stile e il lessico sono semplici e piuttosto moderni, nonostante l'autore torni troppo spesso su alcuni concetti, rendendo in più parti ripetitiva la lettura.

Aneddoti, documenti d'epoca e probabilmente resoconti raccolti per le vie di Londra si mischiano in un volume che ricostruisce in ogni sua componente la Londra del 1665. Rileggendo le pagine di questo volume tornano alla memoria i mesi appena trascorsi. Defoe focalizza l'attenzione sul tema degli asintomatici, per sottolineare che nessuna misura può essere idonea a bloccare l'epidemia quando non è possibile comprendere chi siano i malati. Tornano poi i temi del coprifuoco notturno (dopo le ore 21) con chiusura di birrerie, bar e locande, ma anche delle quarantene imposte a carico di malati e di chi ha avuto contatti con gli stessi, e persino la previsione di forme primordiali di green pass (per uscire dalla città) e di proposte di tamponi per verificare il buon stato di salute dei cittadini. Defoe loda di continuo sindaco e apparato burocratico ma, al contempo, delinea un quadro apocalittico in cui si percepisce l'orrore della morte, la disperazione e il delirio dei contaminati nonché le proteste dei cittadini che non tollerano le misure restrittive. Il taglio artistico-letterario viene sacrificato in favore dell'immediatezza e della cronaca storica, soluzione quest'ultima che rende agevole la lettura.

Leggere A Journal of the Plague Year è dunque un'occasione per tuffarsi in un lontano passato che permette di guardare i nostri tempi con un occhio che ci fa comprendere quanto, alla fine dei conti, le cose non cambino mai, con buona pace del progresso e della scienza.

 
DANIEL DEFOE
 
La peste è simile a un grande incendio: se dove si verifica ci sono poche case contigue, può bruciare solo quelle poche case o, se si appicca a una singola casa isolata, può bruciare solo quella in cui è cominciato, ma se si appicca a una città costruita con gli edifici l'uno attaccato all'altro nel propagarsi la sua furia aumenta e si abbatte su tutta la zona devastando tutto quello che riesce a raggiungere.”
 

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