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mercoledì 6 febbraio 2019

Recensione Narrativa: I SUSSURRI DELLE STREGHE di Frank Graegorius



Autore: Libero Samale (meglio conosciuto come Frank Graegorius).
Genere: Horror.
Anno: 1962.
Edizione: Antonino Cantarella, collana I Racconti di Dracula, N. 31.
Pagine: 95.

Commento a cura di Matteo Mancini.
Quarto volume che leggiamo e recensiamo nato dalla penna del Dottor Libero Samale, trentatreesimo grado del Grande Oriente d'Italia, uscito come primo di una serie di trenta dati sulle stampe della collana I Racconti di Dracula del nobile siciliano Antonino Cantarella.
I Sussurri delle Streghe, presentato quale romanzo di Frank Graegorius (nome di battaglia di Samale), è un classico della produzione nera dell'autore originario di Firenze. Un horror a tutti gli effetti che punta sul mix folklore e onirismo. Samale prende per mano il lettore e lo conduce nell'Irlanda dei primi anni sessanta, in aperta campagna dove ancora si annidano le credenze popolari legate al druidismo e ai riti ancestrali gravitanti attorno al maligno. L'orrore di Samale è un orrore legato alla tradizione, spesso e volentieri cristiana. I Sussurri delle Streghe non si dissocia da questa caratteristica. Un giovane irlandese torna nel paese natio dopo una lunga permanenza a New York e subisce l'impatto magico della sua terra.
Samale porta avanti la storia plasmando un'atmosfera che lambisce i territori onirici e li sovrappone a quelli reali, in una dicotomia che stordisce il protagonista che si trova in difficoltà a discernere tre il reale e il fantastico.
Samale fa riemergere antichi riti blasfemi di fine cinquecento e lo fa con dei personaggi che altro non sono che dei "portali viventi" che fungono da canale di collegamento tra la vita terrena e quella spirituale. L'anima di un'antica strega, intrappolata in un masso che forma un cromlech (una sorta di Stonhenge in piccola scala), grazie a una giovane dotata di straordinari poteri medianici e di un rito condotto da alcuni archeologi inglesi, si libera dal sortilegio che l'aveva intrappolata nel masso e torna a muoversi nel mondo dei vivi. Lo fa soprattutto negli incubi degli abitanti della piccola e immaginifica Rock Glendall, suscitando follia e perdizione in chi ha la sventura di incrociare il proprio cammino con quello della donna. Il ritorno alla luce dell'antico male risveglia anche l'erede dell'uomo che, a fine cinquecento, aveva condotto al rogo la strega. Quest'ultimo vuole riuscire laddove l'erede aveva fallito. Vuole infatti avere un rapporto sessuale con la strega, donna di straordinario fascino e bellezza, che, tuttavia, lo rigetta. "Ti rifiutasti di scaldare il mio letto, ricordi? E ti feci brucare viva! Sfuggisti all'annientamento nascondenti nella rupe; ma ora è tempo che tu esca e mi dia tutto il piacere che mi aspetto da te. Sei mia, Isolda, lo sai?" questo il proclama del folle uomo, contaminato dal male al punto da assumere le vesti del caprone durante il sabba orgiastico finale che precede l'epilogo. Fortissima la componente sessuale, pur se mai volgare, sia da un punto di vista descrittivo sia, soprattutto, da innesco a tutta la storia. Nella fattispecie il mondo occulto e maligno di Samale è legato agli impulsi sessuali.

In mezzo a questa serie di malefici e riti viene a trovarsi il protagonista che, suo malgrado, si trova al centro di un intrigo di desideri amorosi. Soggetto fin troppo materialista, cerca di risolvere il tutto giustificando ogni visione con la scusa dell'allucinazione o della superstizione. Una tecnica di autodifesa dalla follia che non può durare molto e che farà strada alla presa di coscienza. Inoltre finisce con l'innamorarsi, nel giro di poche ore, di tre donne diverse che incarnano,se vogliamo, i tre distinti profili di donna di un'ideale concezione kantiana. Abbiamo la ragazza della porta accanto, di sani principi e integerrima. Poi abbiamo la ragazza maledetta e disinibita, che pratica la stregoneria ma che ama così tanto il suo uomo da sacrificare la propria vita in suo favore. Infine abbiamo la strega femme fatale, quella che infuoca l'animo e fa impazzire il cuore al semplice contatto visivo. Una bellezza mortale che persegue il suo fine seduttivo con atteggiamento dominante.
Samale plasma tutto con un'eccezionale capacità evocativa. Il punto di forza dell'opera non è nell'intreccio, ma sono le capacità descrittive dell'autore così bravo da rendere onirico il romanzo dall'inizio alla fine. Straordinario nelle minacciose descrizioni ambientali, ma anche nei continui inserti erotici che corredono il testo. Samale ha un vero culto della donna, lo si percepisce. I balletti dei suoi personaggi femminili sono ipnotici, indeboliscano la ragione e risvegliano l'istinto animale, quello incontrollabile, quello dominato dall'istinto. "Ti considero una strega, nel senso che mi affascini come nessuna donna è mai riuscita a fare. Penso che tu mi abbia fatto la malia" confessa il protagonista alla seconda delle donne sopramenzionate, un bellissima giovane un tempo sua compagna di giochi e ora invisa al popolo che la crede, a ragione, una megera.
Alla fine, complice il sacrificio di una delle tre amanti, il bene trionferà e il protagonista sceglierà la via della ragazza pura, ma sarà poi proprio così...? Manco a dirlo. A volte il richiamo del proibito, del blasfemo e della perversione è troppo forte per essere rigettato. Entrato in possesso del rito da seguire per risvegliare la strega, nel frattempo di nuovo intrappolata nel masso di partenza, il "nostro" inizia a essere consumato da una tremenda e incofessabile tentazione. La vita gli ha concesso tutto. Ha una donna che lo ama, ha la tranquillità e la prospettiva di una vita felice, eppure... c'è qualcosa che ha conosciuto, qualcosa che ha intravisto e gli ha toccato corde emotive che nessun altra cosa ha saputo rianimare alla stregua di un uomo che ha conosciuto la potenza illusoria della cocaina e ora non può più placare il desiderio di quella sensazione di onnipotenza provata in quel primo assaggio. "Katryb mi sta chiamando, pronta a donarsi come un fiore all'azzurro del cielo... Isolda, dalle tenebre mi chiama, pronta a bruciare  con me sul rogo dell'amore perverso. Che faro? Quale sarà la mia scelta?" Già il solo fatto di permettere al dubbio di insinuarsi nella mente, di consentire, seppur per un attimo, di formulare un'idea tanto distruttiva da esser presa in considerazione, ci porta a risolvere il quesito per conto del protagonista che non vuole accettare quella che sarà la sua scelta. Il fascino del male e del proibito sono seduzioni troppo forti per non lasciarsi abbandonare nella voragine che conduce alla perdizione definitiva.

Samale tratteggia momenti di eccezionale quanto sinistra bellezza. Inventa poco sotto il profilo dell'intreccio, voli di streghe, creature vampirizzate, caproni che condudono riti sabbatici, ma è estremamente potente nel narrare. Un Algernon Blackwood delle nostre latitudini, che scrive con una poetica tradotta in prosa e con un linguaggio consono a un pubblico delle edicole. Purtroppo viene penalizzato dalla natura dei lettori a cui erano dirette le opere, dal dover giostrare con quel taglio da feuilleton votato al pulp che andava per la maggiore nell'underground del secondo dopoguerra. Nonostante ciò riesce a impreziosire il testo con alcuni spunti filosofici incentrati su una critica dei tempi moderni in difesa delle tradizioni. "Penso che l'uomo, travolto oggi da un'ondata di meschino materialismo, abbia bisogno di qualche testimonianza che lo induca a pensare al proprio destino dopo la morte, dato che la morte non è che un passaggio da uno stato di esistenza a un altro." Ecco che l'uomo irlandese, ancora legato alle tradizioni e non ottenebrato dalla frenesia della vita di città, viene definito possessore di una capacità smaritta dagli altri uomini ovvero quella di "possedere un orecchio interno con cui socchiudere uno spiraglio sul mondo invisibile." Dalla lettura del testo si evince infatti che ci sono due realtà in gioco. Quella percebile dai cinque sensi e quella che si cela oltre e che si sviluppa in parallelo, una realtà in cui si muovono gli spiriti. Ma nel ventesimo secolo il mondo è cambiato e anche il diavolo ha modificato i suoi piani. Il presunto sviluppo sociale e la cultura, che dunque vengono caricate di un'accezione negativa, hanno portato l'uomo moderno a deridere quanto raccontato dai vecchi. Il diavolo non fa più paura e così viene accettato, accolto nella propria vita, eletto indirettamente a Dio a cui rivolgere le proprie richieste e a cui prostrarsi. Il dio che concede il successo, offre potere, soldi e donne. "Il diavolo si è insinuato nella vostra politica, nella vostra scienza, nella vostra vita di ogni giorno. Un tempo questo non era possibile, perché la gente viveva nel timor di Dio. Gli indemoniati, gli ossessi, altro non erano che esseri in lotta contro Satana. Oggi no. La gente accetta i demoni e li accarezza, fornendo loro le armi della cultura e del pensiero. I demoni, oggi, stanno fra la gente per bene, e non succhiano più sangue, preferiscono sottrarre all'uomo la volontà, il pensiero, il sentimento, la gioia, la forza vitale e ne restano che delle povere larve umane , dei cadaveri ambulanti." Difficile sconfessare Samale che, in fatto di uomini e di occultismo, ne sapeva ben lunga.

Il romanzo è stato raccolto nell'ottobre del 2010 dalla Dagon Press in un volume composto da un trittico di romanzi di Frank Graegorius che hanno aperto il là, grazie alla collaborazione di Sergio Bissoli (grande cultore della collana e dell'autore), alla riscoperta di tutta una serie di autori italiani che hanno fatto la fortuna de I Racconti di Dracula e che erano finiti nell'oblio al decorrere degli anni.

In definitiva è un romanzo non eccelso sul versante contenutistico, ma notevole sotto quello descrittivo e per quanto riguardano le atmosfere. Libero Samale, magari non era un asso nella costruzione di soggetti elaborati capaci di dettare nuove vie, ma era un grande poeta del macabro, un giudizio questo che è innegabile e sotto gli occhi di tutti. Lunga vita, nel ricordo, al grande maestro.

LIBERO SAMALE
in arte FRANK GRAEGORIUS.

"Ogni irlandese considera il corpo una prigione e la sua anima tenta di aprirsi delle feritoie per gettare uno sguardo sull'invisibile mondo del soprannaturale, verso il quale sente una struggente nostalgia."

2 commenti:

  1. Grazie, il tuo commento mi piace molto!! Adesso aspetto i commenti degli altri racconti di Samale IL CASTELLO DELLE ROSE NERE. SUDARIO NUZIALE. L'ORGANO DEI MORTI.

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  2. Buona sera, grazie per la risposta. Il mio commento su Sudario Nuziale, che reputo superiore a questo romanzo, sarà pubblicato domani in serata! Grazie per la lettura, molto gradita e onorato del commento.

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