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martedì 29 gennaio 2019

Recensione Narrativa: SETTE PASSI VERSO SATANA di Abraham Merritt.



Autore: Abraham Merritt.
Titolo Originale: Seven Footprints To Satan.
Anno: 1927.
Genere: Fantastico.
Editore: SIAD Edizioni, 1979.
Pagine: 251.
Prezzo: Fuori catalogo..

A cura di Matteo Mancini.
Opera, se vogliamo, secondaria dello statunitense Abraham Merritt, giornalista a tempo pieno e scrittore nel tempo libero, giudicato, da molti, quale maestro dello scientific romance ovvero un genere sospeso tra il puro fantastico e la fantascienza. Dopo aver ricevuto un'educazione quacchera, sfrutta subito a inizio carriera una serie di segreti di cui viene a conoscenza, nell'ambito della sua pratica giornalistica, relativi a un omicidio politico. Invece di tenere fede al dovere di cronaca, Merritt mantiene il segreto e vede incrementare il proprio conto in banca oltre che ricevere una serie di incarichi che gli permettono di fare il giro del mondo. Scala in poco tempo i vertici del giornalismo e diviene direttore dell'American Weekly, disponendo sempre di ampie risorse economiche. E' un uomo abile, ma anche ben inserito in svariati ambienti. Tutto ciò che tocca si trasforma in oro. Si dedica alle attività più disparate, tra le quali quella di chimico specializzato in ricerca biologica nonché scopritore di droghe psichedeliche. Si interessa anche di occultismo ed esoterismo. Sfrutta tutte queste sue passioni incanalandole nella letteratura. Non tarda ad avere successo. La sua opera di debutto, The Moon Pool (1919), tradotto in italiano quale Il Pozzo della Luna, riceve subito ampia considerazione. Su di lui inizia a interessarsi Howard P. Lovecraft, i due si incontreranno anche a New York, che dopo aver tessuto lodi individua il tallone di Achille dello scrittore: "troppo spesso fa soggiacere la sua vena a esigenze puramente commerciali, accettando di abbassare il suo stile per adeguarlo alle esigenze del pubblico dal palato grosso che acquista le riviste sensazionalistiche popolari."
Questo Seven Footrips To Satan, pubblicato per la prima volta nel 1927 (Merritt lo scrive a 43 anni) sulla rivista Argosy-All Story, incarna bene, a nostro avviso, il limite evidenziato da Lovecraft. Dopo aver scritto racconti fantastici che sfiorano la tematica fantasy, tra i quali l'ottimo The Ship of Ishtar (Il Vascello di Ishtar, 1924), Merritt propone una sorta di feuilleton che ammicca al fantastico esoterico restando, di fatto, legato al mystery complottistico che strizza l'occhio alle organizzazione segrete che dominano, stando nell'ombra, il mondo. Sebbene il recentemente scomparso Giuseppe Lippi definisse l'opera quale "la migliore storia demonologica scritta nel novecento", a nostro avviso Sette Passi Verso Satana è un romanzo che prende le mosse dal Fu Manchu di Sax Rohmer, che all'epoca aveva già fatto uscire The Mystery of Dr. Fu Manchu (1913), The Return of Fu Manchu (1916) e The Hand of Fu Manchu (1917), senza grandi guizzi di originalità. I legami tra le due opere sono fortissimi e palesi. Si va dall'origine cinese dell'antagonista dell'opera, dal fatto che è circondato da servi della manciuria, per finire col suo vezzo di controllare il mondo, attraverso un'organizzazione segreta con affiliati sparsi ovunque, dall'interno di un castello labirintico impinguato di opere d'arte, con pareti mobili e cuniculi all'interno delle mura che permettono di spostarsi nella costruzione senza farsi notare da nessuno.

A differenza del collega inglese, Merritt aumenta la posta in palio. Il suo genio del male infatti non è un bandito qualunque, bensì un individuo dall'altezza sproporzionata che si definisce Satana in persona. "Un maccanismo in carne e ossa all'interno del quale si agitava un demone."
La quasi totalità del romanzo si svolge all'interno del castello di Satana, nella periferia di New York. Il protagonista, un esploratore dedito a furti di opere d'arte di inestimabile valore, viene rapito dall'organizzazione di Satana che lo vuole annettere nella sua organizzazione, perché ne stima le doti e soprattutto intraprendenza e corraggio smargiasso. Il protagonista, un po' come il Neo di Matrix nel suo primo incontro con Morpheus, ha la possibilità di rifiutare la proposta, ma l'interesse per una giovane ragazza che fa parte del gruppo ("il suo regno sarà stato l'inferno, ma con Eve dentro per me era il paradiso") e la curiosità verso l'enigmatico personaggio che si trova davanti, finiscono per farlo acconsentire all'iniziazione in questa società con tutto quello che ne consegue. Satana è un truffatore, un patito delle scommesse e un uomo a cui piace giocare alla stregua di un gatto col topo. Ricorre a una droga speciale che ottenebra le menti dei suoi servitori, trasformandoli in pedine prive di un'anima totalmente asservite ai voleri del loro Dio. Un escamotage che permette a Satana di far compiere immaginari voli mentali ai suoi servi, così da placarne ogni resistenza e regalare l'illusione di una vita colma di realizzazioni che, tuttavia, svaniscono all'evaporare dell'effetto oppiaceo. Merritt regala, al riguardo, uno dei momenti più squisitamente fantastici del romanzo, in una sorta di rito demoniaco che riesce a stimolare più di un brivido al lettore, con i servi che si prostrano, giurano fedeltà e si rendono protagonisti di condotte completamente svuotate da ogni senso di pudore e orgoglio.
"Sotto il controllo di una volontà e di un intelletto più grandi della somma totale delle loro volontà e dei loro intelletti, una mente più grande di tutte loro può programmarle tutte, può costringerle a realizzare quei programmi esattamente come la mente più grande ha concepito per loro." Viene così in ballo il duplice tema della manipolazione mentale e del governo ombra che domina, sotto copertura, le sorti del mondo. E come fa Satana a perseguire tutto questo? Semplice, lo fa col denaro, con i vantaggi che rientrano nel c.d. scambio dei favori, ma lo fa anche con la forza, con l'induzione al suicidio e con la pressione psicologica. Chi si ribella all'organizzazione va incontro ad atroci torture, di carattere esemplare e sempre inferte in modo spettacolare con tutti gli altri adepti presenti su delle specie di tribune; viene inoltre fatto credere agli altri adepti che il ribelle è sprofondato nelle fauci dell'inferno, perdendo anima, personalità e vita. Satana teorizza infatti una tripartizione della natura umana. "Tre sono le cose che fanno l'uomo. Una è contenuta nell'altra... ma ognuna è separata. Sono l'anima, la personalità e la vita. Per anima intendo quella essenza invisibile e non precisamente identificabile sulla quale la religione mente spudoratamente considerandola immortale. Per personalità intendo l'ego, la mente, il magazzino di tutti i ricordi, quella che dice... Io sono Io. Quanto alla vita, non c'è bisogno di definirla."

Una scena dalla trasposizione cinematografica
di CHRISTENSEN.
"Tre di queste impronte sono sfortunate, e fortunate
le altre quattro. Se le quattro sulle quali sale
il giocatore dovessero rivelarsi quelle fortunate,
l'interessato vince il privilegio di poter soddifare ogni desiderio, ma se sale
sulla prima delle mie tre, deve rendermi un servizio; Se sale su due
deve obbedirmi per un anno; se sale su tutte e tre le mie imprente
diventa mia, anima e corpo"

Indimenticabile la tortura, in una camera circondata da centinaia di specchi, a cui viene sottoposto un adepto fin troppo chiacchierone, così da portarlo alla follia e da questa alla perdita della memoria con conseguenziale frammentazione e disintegrazione della personalità. Soluzioni fantastiche che sottendono però a situazioni che trovano riscontro, tutt'oggi, nella vita che ci circonda. Non occorre difatti ricordare le pagine di cronaca nera in cui sono rimaste invischiate sette e altre organizzazioni para-esoteriche.
Satana si definisce il più grande romanziere mai esistito, perché le sue storie e suoi personaggi sono reali. Muove pedine in quella che è una partita a scacchi che non ha valenza virtuale, bensì trova riscontri nella vita di tutti i giorni. I suoi piani non sono evoluzioni che si sviluppano sulla carta. Sono invece fatti che si manifestano nella realtà, grazie all'azione coordinata e studiata a tavolino di una serie di variabili e di una serie di personaggi aderenti all'organizzazione.
Nonostante un'ambizione tanto importante quanto quella sopra indicata, il Satana di Merritt è un personaggio con ampi limiti. Non è onniscente, finisce con l'essere superato in astuzia e ricorre a truffe facilmente dimostrabili, così da perdere, specie sul finire del romanzo, quell'affascinante alone da essere superiore che lo rendeva (apparentemente) invicibile al cospetto dell'imperfezione umana. Ne esce fuori un personaggio che sa molto più dell'impostore che del principe delle tenebre, vulnerabile persino nel fisico oltre che nello spirito. Merritt, attraverso il gioco dei sette scalini da salire, una specie di campo minato a cui Satana costringe i suoi adepti, sembra voler suggerire un percorso iniziatico in cui da grandi rischi possono derivare anche grandi premi, così come la perdizione totale del più alto dei beni che un uomo può lasciare su un tavolo da gioco: l'anima. Ne esce fuori un'evoluzione della tematica faustiana, in una caratterizzazione però menzognera. Satana, o meglio chi si definisce tale, fa credere di giocare d'azzardo ad armi pari con lo sfidato, dichiara anche di mettere in gioco tutto il suo potere e la propria organizzazione dichiarando di asservilirsi in caso di sconfitta (sorti del gioco completamente legate al caso e dunque aleatorie, quantomeno in apparenza), quando poi invece manovra a piacimento l'intero gioco da dietro le quinte. Ne esce fuori una figura che sembra molto più vicina ai santoni delle sedicenti sette, movimenti che hanno la sola funzione di spennare i vari adepti piuttosto che farli evolvere in persone migliori. Ecco che, ad avviso di chi scrive, Sette Passi Verso Satana, è un mystery che diviene presto un action movie (con tanto di sparatorie, bombe e ribellione finale con taglio prettamente terrestre) che assume valenza satirica. Merritt, senza mezzi termini, prende in giro le organizzazioni iniziatiche e occulte. Suggerisce un substrato occulto ed esoterico, che si rivelerà falso e artefatto, per poi prendere la via della metafora utile a condannare le organizzazioni segrete, con un piglio sarcastico che sceglie il taglio del feuilleton ottocentesco. Centrale diviene infatti la storia d'amore che il protagonista allaccia con la prediletta di Satana, un giovane e bella ragazza da cui il santone vorrebbe un figlio pur se contro la voglia della giovane. Un rapporto, quest'ultimo, che scocca fin da subito alla stregua di un colpo di fulmine, dapprima combattuto e poi alimentato alla distanza da una reciproca passione che spinge a superare quei mille ostacoli che intralciano la formazione di una coppia. Una passione che porta entrambi i personaggi a mettere la propria vita in gioco per il bene dell'altro. Merritt infarcisce il tutto con uno spiccato romanticismo che tocca i vertici quando i personaggi ricordano gli amori passati o quando il protagonista brama di poter rivedere la sua amata per poi inabissarsi tra le sue braccia o stordirsi in anestetizzanti baci atti a dimenticare quella condizione di amore impossibile che sembra condannare le loro vite.

Sette Passi Verso Satana è un mix di tanto eroismo da super uomo, un condimento a base dell'amore dei sogni con la bella che incontra il principe azzurro che la salva dall'incubo e un contrasto costituito da un avversario che cerca di sfruttare le superstizioni e il fascino dell'occulto per manovrare il mondo, dimostrandosi poi assai umano e vulnerabile.
"Sono un vero conoscitore... il più grande al mondo. Non solo di pittura, di gemme, di vini, ma anche di ogni altro capolavoro del genio umano. Sono un conosciutore di uomini e donne. Un collezionista di quelle che chiamano anime" così si definisce Satana, che cadrà vittima proprio dei suoi stessi vizi e della sua ingordigia, organizzando furti e rapine in giro per il mondo. Perché è questo che fa Satana, nel volume di Merritt. Si circonda di ricchezze e vive in mezzo alle stesse, un po' come il protagonista di Controcorrente (1884) di Huysmans. Un vero e proprio rappresentante del decadentismo wildiano, che fugge dalla vita di tutti i giorni per crearse una a immagine e somiglianza del principe delle tenebre. E come il personaggio di ispirazione finirà vittima dell'inferno che ha creato, ripudiato dai suoi stessi adepti.
Satana apprezza gli uomini che hanno propensione al rischio, che hanno quel profilo che si concilia col giocatore. Lui stesso dice di essere un giocatore, in realtà è solo un baro, un manipolatore che sfrutta le debolezze altrui, proprio come fanno i santoni per estorcere favori e servizi, per rubare adesioni. "E' il senso di avventura che ti anima in questo genere di lavoro. Il gioco, quindi, non il guadagno. Fu lì che pensai a te come a un vero giocatore" così spiega Satana, al protagonista, il motivo per cui lo ha fatto rapire per convincerlo a entrare a far parte della propria organizzazione segreta.

Romanzo che ebbe notevole successo fin dall'uscita, al punto da essere trasposto sul grande schermo da Benjamin Christensen, dopo appena due anni dall'uscita. A nostro modo di vedere, tuttavia, appare fin troppo sopravvalutato. Merritt confeziona, con stile leggero e una prosa accessibile a tutti, un feuilleton che guarda a destra e a sinistra, da Sax Rohmer a Huysmans passando per Leroux (la camera delle tortura ha un che dei labirinti e delle stanze della tortura presente negli scantinati de Il Fantasma dell'Opera), per plasmare un romanzo di facile lettura e di presa popolare intriso di un'azione e di una componente rosa che alla fine surclassano l'investitura fantastica ed esoterica che racchiude la storia. Il miglior Merritt risiede altrove.


ABRAHAM MERRITT

"E' per divertimento che esisto. Solo per questo... Io sono un grande romanziere, il più grande che sia mai esistito, dal momento che le mie storie sono reali... Io gioco i miei scacchi con pedine viventi, e tanti giochi alla volta, in tutti gli angoli del mondo. E' questo che mi diverte."


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