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sabato 20 ottobre 2012

Recensione Narrativa: IL NERO MONACO DI SATANA (Frank Graegorius alias Libero Samale)



Autore: Libero Samale (alias Frank Graegorius).
Anno: 1972.
Editore: Edizioni Antonio Farolfi.
Collana: I Racconti di Dracula.
Pagine: 126

Commento Matteo Mancini.
Numero 052 della collana mensile I Racconti di Dracula edita dalle Edizioni Antonio Farolfi. I Racconti di Dracula è una collana interamente dedicata alla narrativa dell'orrore, soprattutto gotico, con romanzi brevi scritti, nel corso degli anni '70, da autori italiani celati sotto lo pseudonimo inglese.
Di discreta fattura, è stata di recente riscoperta grazie al lavoro dello scrittore Sergio Bissoli e all'impegno delle Edizioni Dagon Press che hanno iniziato a riproporre i lavori, a gruppi di tre per volta, all'interno di volumi dedicati ai singoli autori.

Il romanzo qui oggetto di recensione porta la firma di uno degli scrittori più prolifici della collana, cioè Libero Samale. Con lo pseudonimo Frank Graegorius, lo scrittore nato a Firenze vanta trenta pubblicazioni circa, quasi tutte di pregevole fattura.
Studioso di paranormale e affiliato alla Massoneria con gradi di vertice, le storie di Samale sono incentrate sulla magia nera, sui riti diabolici e comportano spesso la presenza del diavolo in prima persona quale personaggio aggiunto. Non fa eccezione questo Il Nero Monaco di Satana che tuttavia non è da annoverarsi tra le opere più riuscite dell'autore.

Il plot è trito e ritrito e attinge molto dalla nostra produzione cinematografica gotica di quegli anni (il riferimento va ai film di Antonio Margheriti). Abbiamo un gruppo di nove adepti di una setta satanica che per sfida sottraggono da un ossario spagnolo il teschio di un monaco medievale votato a Satana.
Il teschio, marcato sulla fronte da un bizzarro simbolo impresso nell'osso, pare essere in grado di trasferire al possessore poteri sconfinati. Così viene portato in Scozia, all'interno del castello in cui i nove, insieme alla servitù, si rinchiudono periodicamente in occasione di date particolari.
La beffa sta nel fatto che tutti coloro che prendono possesso del teschio finiscono per morire per eventi dall'apparenza casuali e che la polizia si affretta subito a catalogare come "incidenti".

Samale struttura il soggetto prendendo come principale riferimento Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie e inserendo, in qua e in là, qualche buon momento di tensione reso bene per merito della sua indiscussa abilità nel ricreare pathos. Purtroppo però non riesce a proporre un qualcosa di innovativo e veramente spiazzante. Abbiamo infatti una sequela di morti violente, fino al finale orgiastico (abbastanza spinto per l'epoca) negli scantinati del castello in cui i satanisti cercano di vendicare, in nome di Satana (nel romanzo si chiama Shatan, n.d.c.), il monaco maledetto di cui sfoggiano il teschio uccidendo l'ultimo erede sopravvissuto di colui che condusse a morte il religioso.

Non mancano ingenuità di fondo e soprattutto un epilogo (super prevedibile) didascalico che fa storcere la bocca. Più di un personaggio, compreso lo spirito del monaco, fornisce una serie di spiegazioni per giustificare le proprie condotte e far dunque quadrare la storia (un po' come negli spaghetti thriller meno riusciti degli anni '70).

Nulla di che, ma con alcuni passaggi descrittivi da cui filtra l'abilità dello scrittore nel campo dell'horror gotico. Tutto sommato, evitabile.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo. Sarebbere bello pubblicare anche recensioni di altri libri. Ciao, bel lavoro, bissoli

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  2. Mi fa estremo piacere vedere un suo commento, peraltro prossimamente dovrei comprare il suo volume su "I RACCONTI DI DRACULA", sto terminando la lettura de "IL PENDOLO DI FOCAULT", dopo mi butterò su un volume de "I racconti di Dracula" che provvederò poi a recensire!
    Saluti e grazie ancora per il "bel lavoro"!

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