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sabato 6 ottobre 2012

Recensione narrativa: OLTRE LA SOGLIA (Arthur Machen)




Autore: Arthur Machen.
Editore: Tranchida Editori Inchiostro.
Anno: 1993
Pagine: 110.
Prezzo: 10.000 lire.

Commento Matteo Mancini.
Interessante tentativo, per lo meno per l'impegno, della Tranchida Editori Inchiostro. La casa editrice di Milano, dopo alcune pubblicazioni della Fanucci, decide di presentare nel 1993 ai lettori italiani un lotto di racconti, per lo più inediti (in Italia), dell'autore Arthur Machen, celebre per storie fantastico/esoteriche del calibro de Il Gran Dio Pan, Gli Arcieri e Il Popolo Bianco.
Le pagine a disposizione sono poche (110 pag.), complice il formato tascabile del libro, tuttavia sono sufficienti a raccogliere ben nove testi dello scrittore gallese dei quali solo due già apparsi in Italia.

Siamo dunque alle prese con un volume che non può mancare nella biblioteca degli studiosi dell'opera di Machen, anche se, a mio avviso, può essere tralasciato dagli altri. Difatti, dei nove racconti proposti solo tre possono considerarsi ai livelli di un racconto medio di Machen, il resto oscilla tra un mero esercizio stilistico e un tentativo di dar vita a una produzione drammatica piuttosto che orrorifica.

Rispetto ai capolavori dell'autore, si nota altresì la quasi totale assenza di riflessioni filosofiche-metafisiche a causa di testi per lo più troppo brevi per sviluppare certi concetti. Viene perciò dato spazio a elaborati della lunghezza di cinque-sei pagine, con il solo L'Albero della Vita a derogare al trend in virtù delle sue ventotto pagine.
Ecco che esce fuori un'antologia un po' deludente, non solo per una qualità lontana dagli standard dell'autore, bensì per la presenza di troppi testi aventi il ruolo di mero esercizio di stile ovvero di scimmiottamenti ad autori interessati ai disturbi mentali dell'uomo anziché di tematiche fantastiche.

Dei nove, ritengo di segnalare tre racconti che, a mio avviso, spiccano nettamente sugli altri. Si tratta di un trio di storie nate sulla scia dell'enorme successo ottenuto da un racconto come Gli Arcieri. Machen, per cercare di bissare il successo (non ci riuscirà quanto meno in termini di riscontro economico), insiste nel raccontare storie di soldati inglesi, impegnati contro quelli tedeschi, protetti dal provvidenziale intervento trascendentale.
Il migliore - peraltro inserito anche nell'antologia della Fanucci, datata 1987, Le Creature della Terra - è I Bambini Felici (The Happy Children). Si tratta di una ghost story caratterizzata da un'atmosfera sinistra che, simile a nebbia, scende a pervaderla in un crescendo di orrore di lovecraftiana memoria.
Protagonista è un giornalista, di passaggio in una cittadina balenare, incaricato di stendere un articolo sui tedeschi. L'uomo, di ritorno dal luogo indicato dall'editore e alloggiato in un albergo di un paese prospiciente sull'Atlantico, durante una passeggiata notturna si imbatte in una processione di bambini vestiti di bianco. Nonostante l'oscurità, si accorge che i piccoli hanno delle strane ferite sul corpo e alcuni di loro hanno delle alghe tra i capelli. Scoprirà, alcuni giorni dopo, di aver scorto i fantasmi dei bimbi deceduti a causa della guerra ed emersi direttamente dall'oceano per recarsi a ricevere la messa annuale in omaggio dei Santissimi innocenti sterminati a suo tempo da Erode.
Dunque un testo intriso da una forte componente religiosa e patriottica, tipica delle storie scritte da Machen nel periodo della prima guerra mondiale, esaltata da suggestive descrizioni del paesaggio che creano un aura magica dal sapore antico.

Di buon livello e molto vicini alle tematiche de Gli Arcieri sono Il Tamburo di Drake (Drake's Drum) e soprattutto Il Rifugio dei Soldati (The Soldier's Rest). Entrambe le storie sono ambientate nella prima guerra mondiale e vedono in scena soldati inglesi. Nel primo racconto i soldati britannici, come nel più famoso racconto di Machen, piegano le resistenze della flotta teutonica grazie a un intervento per un certo senso divino. Questa volta non sono gli angeli a scendere nella nostra dimensione, ma un tambureggiare che lascia basiti sia i tedeschi che gli inglesi, con i primi che pensano si tratti di un suono di guerra che si diffonde dalle navi nemiche, mentre i secondi restano perplessi e sempre più convinti di essere stati assistiti dal famoso capitano Francis Drake sceso da chissà quale dimensione ultraterrena per proteggerli. Di grosso livello l'introduzione che Machen fa al racconto, come nei suoi elaborati più ispirati. In essa parla dei sogni come via per intuire sprazzi di realtà celati sotto la caducità del quotidiano, ma anche del suo scetticismo in ordine alla possibilità di un contatto tra i vivi e i morti. I due aspetti possono essere sintetizzati da questi due passaggi: “nei sogni, nella veglia e nei sogni a occhi aperti, la maggior parte di noi, suppongo, penetra in un altro mondo, il mondo oltre la cortina nera, ma non ne conserviamo il ricordo; il segreto sembra debba rimanere inviolato”. “Se noi, ancora nella carne, non possiamo dare un senso compiuto alle nostre visioni, difficilmente sembra probabile che quelli che hanno oltrepassato i bastioni fiammeggianti del mondo siano in grado di chiacchierare con noi così facilmente e cordialmente del loro regno.”

Il Rifugio dei Soldati invece assume un ruolo propagandistico che fa leva sul patriottismo e più in particolare sui valori che devono orientare la condotta di un vero soldato ovvero l'altruismo, la fedeltà e il sacrificio verso la propria bandiera. Machen trasmette il messaggio mettendo in scena un soldato ferito alla testa durante uno scontro a fuoco con i tedeschi e raccolto da uno sconosciuto pastore vestito di nero. Il soldato racconta al suo salvatore i fatti che lo hanno portato a essere colpito dal fuoco nemico. Svela così di essersi immolato, gettandosi allo scoperto, per congiurare che i compagni cadessero vittime di un'imboscata orchestrata dai tedeschi. A termine della storia, l'uomo scoprirà di non trovarsi al cospetto di un pastore, bensì di San Michele in persona e di esser stato annesso al suo schieramento per il coraggio e l'alto valore dimostrato sul campo di battaglia.

Se questi sono i tre racconti che rendono quanto meno interessante l'antologia per gli studiosi di Machen, il resto delle storie enstusiasmano poche anime sensibili. Esse possono essere divise in due gruppi: da una parte gli esercizi di stile utili come bozze embrionali da cui attingere storie più complesse; dall'altra racconti di stampo drammatico piuttosto alieni rispetto alla produzione macheniana.
Sotto quest'ultimo profilo abbiamo un omaggio a Edgar Allan Poe (il riferimento va a Il Cuore Rivelatore) con La Stanza Accogliente (racconto già apparso in alcune antologie gialle) in cui un assassino finisce per farsi arrestare in quanto afflitto dall'ansia di essere arrestato, e L'Albero della Vita (The Tree of Life), storia lentissima sullo stile degli autori britannici scuola '800 che narra i fatti di un nobile, figlio illegittimo, che crede di essere un genio dell'agricoltura e di avere al servizio una serie di agricoltori e contabili, ma che in realtà è un malato di mente (oltre che affetto da gravi problemi deambulatori) assistito da medici e infermieri (che egli crede sua manovalanza) e chiuso, a sua insaputa, in un castello trasformato in manicomio. Questo secondo racconto, il migliore dopo la terna sopramenzionata, ha il merito di crescere di interesse alla distanza con un'ultima parte ricca di colpi di scena in grado di trasmettere un senso di amarezza al lettore.

Chiude il gruppo un terzo racconto sulla pazzia, Oltre la Soglia (Opening the Door), questa volta il tema verte sull'Alzheimer. Abbiamo un reverendo studioso di testi sacri preda di un esaurimento nervoso che lo porta a perdere la cognizione del tempo e dello spazio. L'improvvisa scomparsa da casa del poveretto e il suo successivo ritorno, quando ormai tutti lo davano per disperso, porta un giornalista a indagare sul fatto. Machen tesse una trama dall'inizio accattivante in cui si pensa che vi sia un qualcosa di paranormale ad aleggiare sui fatti misteriosi che colpiscono il reverendo, la sensazione però finisce col restare tale e la storia prosegue stancamente verso la fine che propone un caso che oggi sembra esser ritornato di moda (quello dell'improvvisa scomparsa nel nulla degli anziani).

Da annoverarsi tra i meri esercizi stile, invece, i brevissimi I Turaniani (The Turanians), La Cerimonia (The Ceremony) e il poetico Il Roseto (The Rose Garden) che ripropongono quell'interesse di Machen per le storie ambientate nel bosco (tipico di alcuni suoi cult horror), tra sculture (nella fattispecie un pilastro di pietra dalla forma piramidale) sepolte dalla vegetazione e popoli (nella fattispecie zingari) che vivono nella foresta e che, nonostante le raccomandazioni degli adulti, attirano la curiosità degli adolescenti.

Nel complesso un'antologia in cui serpeggia un po' di delusione. Credo possa definirsi un progetto destinato agli studiosi di una certa narrativa, che personalmente indico come evitabile per tutti gli altri stante la secondarietà, rispetto alla produzione di prima fascia dell'autore, delle opere ivi inserite. Voto: 5.5

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