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martedì 2 agosto 2022

Recensione Narrativa: LA META' OSCURA di Stephen King.

Autore: Stephen King.
Titolo Originale: The Dark Half.
Anno: 1989.
Genere:  Horror.
Editore: Sperling & Kupfer.
Pagine: 412.
Prezzo: 10.90 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Ventunesimo romanzo pubblicato da Stephen King, all'epoca poco più che quarantenne, che esce sul finire degli anni ottanta, nel 1989. The Dark Half è il primo romanzo scritto da King dopo l'anno sabbatico dovuto alla necessità di disintossicarsi da alcool e soprattutto droghe (cocaina). King lo concepisce guardando alla propria esperienza personale da fondere con una serie di omaggi letterari che vanno dall'archetipica figura del doppelganger, passando per grandi classici quali The Invisible Man (1897) di H. G. Wells e The Birds (“Gli Uccelli”, 1952) di Daphne Du Maurier. Possiamo dire che The Dark Half riprende il tema centrale del precedente Misery (1987) per volgerlo in una prospettiva del tutto fantastica e grandguignolesca. L'idea parte da un fatto legato all'esperienza personale dell'autore. Tutti sanno che, a inizio carriera, King aveva l'abitudine di pubblicare parte dei romanzi sotto lo pseudonimo Richard Bachman al fine di diversificare la propria produzione ed evitare di inflazionarla. Allo stesso modo procede il protagonista del romanzo, uno scrittore che abita in una cittadina vicina a Castle Rock e che si chiama Thad Beaumont. Scrittore raffinato, premiato e riconosciuto dalla critica, ma con un'anima oscura che emerge quando sotto finto nome, quello di George Stark, scrive romanzi pulp dall'alto tasso adrenalinico e sanguinolento ben accetti dal pubblico di massa. Beaumont, come fatto davvero nella vita reale da King, costruisce una realtà fittizia del suo alter ego, ne pubblica una foto e da informazioni biografiche nelle quarte di copertina, finché un lettore, in vena di investigazioni (una sorta di Sergio Bissoli d'oltreoceano), non riesce a collegare Beaumont a Stark minacciando di far emergere l'inganno. Le modalità attraverso le quali il mistero viene a galla sono identiche a quanto avvenuto nel 1985 a King che, pertanto, non fa altro che traslare la realtà nella finzione. Beaumont esce infatti allo scoperto, ammette di essere Stark, e aderisce a un'iniziativa del suo agente che gli propone di eseguire un finto funerale in cui viene sotterrato l'autore fantasma, con tanto di lapide e articolo pubblicato su People. Da qui prende piede l'incubo, dapprima nelle forme di un pulp hard boiled dall'altissima componente grandguignolesca e poi sempre più horror, che richiede una spiccata componente di sospensione dell'incredulità nel lettore. Preceduto da un prologo da molti definito tra i migliori di King, in cui viene mostrata una particolare operazione chirurgica al cervello, va in scena la materializzazione del doppio di Beaumont che, pena decadimento fisico del corpo (che diviene preda della cancrena), pretende e necessita che il suo creatore riprenda in mano la penna e scriva un nuovo romanzo a firma George Stark.

Ecco che King modernizza il tema doppelganger della tradizione ottocentesca dei vari Hoffmann, Poe (citato nel testo il racconto William Wilson) e Stevenson in una chiave di lettura nuova. Lo sdoppiamento della personalità del protagonista passa dall'essere di natura psicologica (quando scrive i romanzi sotto pseudonimo Beaumont lascia trapelare un'altra personalità) a un qualcosa di materialistico ed effettivo. Beaumont - e con lui tutti coloro che si sono resi artefici della morte fittizia di Stark - si trova al cospetto di un individuo che ha preso consistenza ed è divenuto reale. Verso la fine del romanzo il lettore scoprirà che Stark altro non è che la personificazione del gemello di Beaumont cannibalizzato dallo stesso durante la formazione del feto.

Scritto con uno stile piuttosto ampolloso, il romanzo ruota su una prima parte thrilling piuttosto atipica, per l'epoca, a King e che rimanda un po' a Dario Argento. La polizia conduce indagini su una serie di omicidi, lavorando su registrazioni, comparazione di voci, impronte digitali, intercettazioni e sistemi di localizzazione telefonica ovvero quanto di tecnologico era possibile all'epoca. Stark, dopo esser emerso da una fossa (scena ricostruita a posteriori sulle tracce lasciate sul terreno), va in giro a eliminare tutti coloro che sono responsabili della sua morte fittizia, falciando anche coloro che, a vario titolo, si pongono sul suo cammino. King è truce più del solito (si veda la descrizione interna del furgone rubato da Stark) e gestisce un killer, all'apparenza inafferrabile e invincibile, che abbatte a colpi di rasoio (ma non solo) uomini, donne e poliziotti (uno dei quali castrato con un colpo che divide in due i testicoli!?). Memorabile l'uccisione di due poliziotti per mano di uno Stark camuffato da cieco che finge di esser stato vittima di un'aggressione e, per questo, chiede soccorso ai due ignari avversari che sono lì per proteggere una potenziale vittima. Si noti come King sottolinei la superficialità dei poliziotti, colpevoli di non essersi resi conto che il sangue sul corpo del killer era raggrumato e dunque non poteva essere riconducibile a un episodio appena successo.

Su questa prima parte viene montata la seconda, quella che riprende Misery. Torna il tema dell'estorsione a danno di uno scrittore che vuole cambiare il percorso della propria carriera, ma che si trova a doversi scontrare con un qualcuno che non è d'accordo con la sua decisione ed entra in azione per impedirglielo con l'uso della forza. Se Misery concentrava gli sforzi sul rapporto lettore-scrittore e dunque su un piano realistico, qua si passa a livello metaforico a una lotta interna nella psiche dello scrittore, tra la via che porta al facile riconoscimento commerciale e quella, se vogliamo, più autoriale e in linea con la morale bacchettona. È allora lo pseudonimo stesso, ovvero la metà oscura dell'animo, a pretendere che non si metta la parola fine all'avventura letteraria di George Stark. King sviluppa questa parte pescando dagli studi e dalle leggende che legano mentalmente i gemelli. Mette infatti in relazione, a distanza di centinaia di chilometri, i due soggetti in lotta tra loro, vittime di visioni e di sensazioni corporee che rimandano direttamente alle azioni dell'altro, un po' come fatto in precedenza da Paolo Pietroni, sotto pseudonimo Marco Parma, in occasione di Sotto il Vestito Niente (1983), e come farà Dean Koontz, due anni dopo, col romanzo Hideaway (“Cuore Nero”, 1992). L'ultima parte è all'insegna della resa dei conti, con Beaumont chiamato a decidere quale delle due parti far sopravvivere. Qui King carica il tutto di una componente sovrannaturale che ha nei passerotti i messaggeri dell'inferno venuti per ricondurre nell'aldilà colui che, per vie misteriche e attraverso il portale della mente dello scrittore, ha preso consistenza.

Criticato da alcuni per la sua piega fantastica, l'epilogo hitchcockiano (riferimento al finale de Gli Uccelli) del romanzo è tra i migliori di King.

Tra le varie cose, è da sottolineare la caratterizzazione di George Stark, probabilmente alla base dell'ispirazione di Sam Raimi per Darkman (1990). Lo vediamo infatti, al passare del tempo, imputridire e coprirsi di pus e piaghe guaribili solo attraverso la scrittura di Beaumont. Un deterioramento sottolineato anche dal pessimo odore che l'uomo cerca di coprire con profumi e bendature che lo rendono simile a una mummia o al celebre personaggio di Wells del racconto The Invisible Man.

Quattro anni dopo l'uscita del romanzo, The Dark Half è stato trasposto sul grande schermo dal Maestro ideatore degli zombie sociali ovvero George A. Romeno. Purtroppo penalizzato da una produzione che ha finito i soldi in corso d'opera, il film non è riuscito come avrebbe potuto, ma si assesta senz'altro tra gli adattamenti più interessanti tra quelli concepiti dalla penna del Maestro del Mane.

Un'ultima curiosità è legata al personaggio dello sceriffo Alan Pangborn, qua in un ruolo di supporto, che tornerà protagonista nel successivo romanzo Cose Preziose (1991).

In conclusione The Dark Half è una riuscita contaminazione tra horror classico (figura del doppelganger), giallo pulp e horror grandguignolesco di matrice splatter dove, forse, manca un po' di sostanza di fondo che possa permettere all'opera di librarsi dall'alveo della mera lettura di consumo. In ogni caso, pur se lento in alcune parti, intrattiene e lo fa alla grande. Indicato per gli amanti delle storie sanguinolente e per i cultori di King.

 
 
La copertina della Vhs del film tratto dal romanzo
per la regia di GEORGE A. ROMERO.
 
"Non ti conviene prendere per il culo me, perché se cerchi di prendere per il culo me la stai mettendo nel culo al migliore."

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