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venerdì 12 agosto 2022

Recensione narrativa: IL BAZAR DEI BRUTTI SOGNI di Stephen King.

Autore: Stephen King.
Titolo Originale: The Bazaar of the Bad Dreams.
Anno: 2016.
Genere:  Horror / Drammatico / Black Humor / sci-fi.
Editore: Sperling & Kupfer.
Pagine: 516.
Prezzo: 11.90 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Dopo Al Crepuscolo, già analizzata su queste pagine, arriva la sesta antologia di racconti brevi firmata dal “maestro del terrore” Stephen King, ormai prossimo a tornare sul mercato con la settima raccolta di racconti brevi. Intitolata con quello che forse è il miglior titolo scelto da King per un'antologia, Il Bazar dei Brutti Sogni vede la luce negli Stati Uniti nel novembre del 2015 e viene distribuita, tramite Sperling & Kupfer, sul mercato editoriale italiano nel marzo del 2016. King, in prefazione, si presenta quale ipotetico venditore di merci variegate esposte su un tavolo aperto di contrabbando nel cuore della notte, magari senza avere neppure un titolo autorizzativo e con un occhio aperto per darsi alla fuga nel caso in cui qualche poliziotto dovesse fare la sua comparsa da un vicoletto esterno. Ogni racconto è un prodotto messo in vendita per gli acquirenti più intraprendenti. “Ce n'è per tutti i gusti” afferma “il nostro”, sebbene non sia del tutto vero. Diciotto racconti, più o meno lunghi, e due “pseudo” poesie compongono questa fatica. King pesca tra la produzione breve edita nel periodo compreso tra il 2009 e il 2015, aggiungendo due storie inedite e diverse altre apparse in ebook, in alcuni casi solo sul mercato straniero (Francia e Germania).

Un po' come avvenuto da Tutto Fatidico in poi, Il Bazar dei Brutti Sogni è un'antologia in cui l'horror, in particolare, e il fantastico in generale subiscono la compressione di elaborati di matrice drammatica, sovente ispirati a casi di cronaca sviluppati con grande tecnica narrativa (soprattutto nella delineazione delle personalità dei personaggi) e annaffiati da componenti grandguignolesche miscelate a spruzzate di black humor. Solo nove racconti, su diciotto, sono fantastici, tutti interessati da elementi horror. Ciò, tuttavia, non è un punto debole della raccolta. È un King maturo quello che, dopo decenni di carriera, ci ritroviamo a leggere. Uno scrittore che parte da spunti banali e quotidiani (litigi in famiglia durante marce di trasferimento, pranzi col papà affetto da alzheimer, sfide tra vicini a base di fuochi d'artificio), riuscendo sempre a portare a termine un racconto meritevole di lettura o di interesse. Certo, la freschezza delle idee della gioventù, così come la predisposizione al fantastico della vecchia scuola weird, di rado tornano in superficie. Due racconti rappresentano il King delle origini, quello che scriveva storie, se vogliamo, adolescenziali dove l'orrore veniva “volgarizzato” e abbassato di registro. È il caso della novella Miglio 81, a cui è affidato l'onere di aprire l'antologia. Un orrore che richiama alla memoria Christine e soprattutto Buick 8, con una macchina di marca imprecisata che appare dal nulla e, a bordo della carreggiata, attira e ingoia persone alla maniera di un ragno che intrappola le prede nella sua ragnatela. Un racconto dallo schema ripetitivo e con una struttura da opera di formazione. Non a caso i protagonisti sono dei ragazzini. Rientra in questo filone dell'orrore giovanile anche Il Piccolo Dio Verde del Dolore, attraverso il quale King sembra parodiare L'Esorcista proponendo un vero e proprio rito finalizzato a liberare il cinico e arrogante protagonista dal dolore (rappresentato da una palla verde che ricorda molto la zuppa di piselli vomitata da Linda Blair nel film di Blatty) che lo riduce all'immobilità in un letto di ospedale.

Il resto dell'antologia riflette l'età avanzata dello scrittore. Consapevolmente o no, King torna a parlare del dopo morte o dei segnali che, in un certo qual senso, fungono da premonitori al triste evento finale che accomuna tutti gli esseri viventi. Il Bazar dei Brutti Sogni è un'antologia che, più che altrove, insiste nell'utilizzare protagonisti anziani, spesso ricoverati in ospizi e proiettati verso un passato evaporato al decorrere dei decenni. La malinconia, i rimpianti, il desiderio di tornare al passato, oltre che l'inevitabilità della morte, sono leitmotiv che fungono da cerniera tra i vari elaborati. Vediamo uomini anziani interloquire, più o meno lucidi, con figli anch'essi anziani rievocando ricordi lontani, tradimenti coniugali e feste in maschera durante halloween (Una Rissa per Batman e Robin), oppure parlare con avvocati chiamati a ricevere testamento (La Duna) o con compagni di reparto in memoria delle passioni sessuali della gioventù (Mister Yummy) e persino con Stephen King in persona per raccontare eventi sportivi di quando il baseball non era popolato da viziati giocatori che percepiscono milioni dollari (Blocco Billy). Il sentirsi più anziano, l'incidente subito e la sensazione di aver accarezzato la morte, portano King a calamitarsi sul tema della morte, diluito da una serie di esercizi di stile (ben gestiti e sviluppati anche quando i soggetti non sono dei più memorabili) che prendono le mosse da accadimenti di cronaca. È tuttavia la morte la grande protagonista dell'antologia. La vediamo sopraggiungere improvvisa nella banalità di un litigio familiare (Premium Harmony) oppure giungere ammiccante nella forma degli uomini o delle donne (a seconda dei gusti sessuali) più belle incontrate nella vita (Mister Yummy). In tre racconti addirittura la morte è dichiarata e preannunciata a terze persone, ma solo in un caso è concesso intervenire per evitare l'evento (Ur), mentre in un altro è possibile determinarlo scrivendo un necrologio prima che la morte si sia effettivamente verificata (Io Seppellisco i Vivi) oppure è possibile prenderne atto scrutando la sabbia di una strana isola in cui qualcuno o qualcosa preannuncia chi morirà riportando i nomi degli interessati sulla sabbia (La Duna).

Talvolta la morte è accettata e addirittura sposata nella forma di un suicidio più o meno evidente (Herman Wouk è Ancora Vivo e Tuono Estivo), talaltra rifiutata al punto da crearsi una realtà alternativa in cui la morte del proprio caro è rigettata sebbene gli odori pestilenziali della decomposizione allarmino gli interi condomini del palazzo in cui vive il protagonista (Giù di Corda). King va oltre: come già avvenuto in Al Crepuscolo, torna a scandagliare il dopo morte, immaginando il momento del trapasso come proiezione del defunto all'interno di un ufficio in cui uno svogliato burocrate chiede al cliente se intenda rivivere la propria vita oppure annullarsi nell'oblio, ammonendo sul fatto che non ricorderà comunque niente della precedente vita (Aldilà). La paura che oltre la morte non via sia niente trapela anche dalle righe di Tuono Estivo, in cui un personaggio teme che gli uomini siano come automi che allo spegnimento della loro energia scompariranno nel nulla senza possibilità di trattenere ricordi e conoscenze acquisite.

Non manca poi la prospettiva dei condannati a morte, destinati, loro malgrado, ad andare incontro alla falciatrice. È il caso del western processuale Una Morte, visto dalla prospettiva di uno sceriffo che pensa che il condannato sia innocente (avrà torto), e del più incisivo e coinvolgente Il Bambino Cattivo, in cui il condannato rivela al suo avvocato il mistero legato all'uccisione per sua mano di un bambino alquanto pestifero (una sorta di demone).

Ben undici racconti su diciotto (non conto le inutili poesie) ruotano attorno al tema “morte”, un numero destinato ad allargarsi se consideriamo che la morte recita un ruolo di supporto anche in altri racconti, come l'argentiano Quell'Autobus è un Altro Mondo, in cui un pubblicitario intrappolato nel traffico scorge sull'autobus che affianca il suo taxi la scena di un omicidio ma, nonostante questo, decide di credere che si sia trattato di uno scherzo così da non rimandare l'appuntamento di lavoro che lo sta attendendo. Nonostante questa insistenza, Il Bazar dei Brutti Sogni è una raccolta solida, forse affetta dalla mancanza di storie innovative. Latita il sense of wonder, così come latitano idee davvero originali. Eppure le storie funzionano, persino quando i soggetti sono banali.

Stenderò in altra sede l'analisi di tutti i racconti, qua basti evidenziare quali siano le storie, a mio avviso, più riuscite. Tuono Estivo, a esempio, è un brevissimo racconto sulla scia de Io Sono Leggenda, ma anche de L'Ombra dello Scorpione e Cell, in cui King immagina gli ultimissimi superstiti di un disastro nucleare di caratura mondiale (scenario già proposto in Al Crepuscolo). La comparsa delle piaghe figlie delle radiazioni portano il protagonista a meditare la fine sua e del suo cane, anch'esso colpito dal male. Davvero un racconto magistralmente gestito, tra i migliori in assoluto, da un punto di vista emotivo, dell'intera produzione di King.

Molto più elaborati Ur e Io Seppellisco i Vivi. Il primo è un racconto scritto per pubblicizzare i kindle di amazon e propone la classica tematica degli universi paralleli, in ciascuno dei quali si muovono gli stessi soggetti del piano della realtà di riferimento ma con sviluppi diversi nelle loro vite e nelle loro carriere. Ottima la prima parte, tutta incentrata sulla diversificata produzione dei grande maestri della letteratura, col protagonista che riesce a recuperare testi inediti grazie all'utilizzo di uno speciale kindle. Purtroppo la tentazione di riprendere idee dai vari Ray Bradbury e Clifford Simak porta King a cadere nella classica storia in cui si cerca di modificare il futuro impedendo che si consumino eventi profetizzati dal kindle. Sulla stessa falsa riga, ma più tipicamente kinghiano, è Io Seppellisco i Vivi, forse il miglior soggetto dell'antologia. Qui un giornalista che lavora per riviste di satira scopre di avere uno speciale potere: quello di uccidere le persone scrivendo in anticipo il loro necrologio. C'è un particolare però... questo potere non è preciso. Oltre alla vittima designata vengono colpiti omonimi e soggetti che hanno nomi similari. Sicuramente un bel testo, con King che immagina le possibili implicazioni che potrebbe avere in ambito militare e politico e col male e la cattiveria umana che corrompono sempre più l'originario animo delle persone (il protagonista viene attratto dal potere e fatica a evitare di scrivere nuovi necrologi). Buono e in parte simile è il drammatico Morale, che vede una squattrinata coppia di novelli sposini accettare la bizzarra proposta di un vecchio religioso carico di soldi. 200.000 dollari per scagliare un cazzotto in faccia a un bimbo di quattro anni e filmare il tutto. Cosa c'è in fondo di irreversibile? Un po' come Un Ragazzo Sveglio la tentazione “diabolica” è un portale per disgregare i rapporti personali e condurre sulla via del male. Altro bel racconto.

Piace poi Blocco Billy, inusuale storia sportiva ambientata nel mondo del baseball sul finire degli anni cinquanta. Un ragazzino un po' ritardato viene promosso dai campionati dilettantistici per sostituire d'improvviso i titolari di una squadra professionista. Trucchi, astuzie e una certa dose di violenza preannunciano il truce finale e rivelano che l'imbranato ragazzino non è chi si pensa esso sia. Bella storia, pur se un po' pesante per chi non mastichi baseball.

Coinvolgente è Il Bambino Cattivo, storia raccontata in flashback da un condannato a morte che rivela al suo avvocato il mistero dell'omicidio che lo ha portato alla condanna a morte, affermando di esser stato perseguitato fin dall'adolescenza da un ragazzino demoniaco che entrava ogni volta in scena per provocare indirettamente la morte delle persone da lui amate. Buono, infine, Aldilà, curiosa visione del dopo morte con un tizio che tutto sembra tranne che San Pietro alle porte del paradiso.

Non è pienamente sfruttato La Duna, che pure spiazza i lettori con il beffardo colpo di scena finale. Buono invece Una Morte che guadagna crediti in virtù di una valida conclusione.

A ogni modo anche gli altri testi, a parte le due poesie, riescono a raggiungere la sufficienza, pur parlando di litigi in famiglia all'interno di auto in viaggio, incidenti stradali o sfide all'ultimo colpo di fuoco d'artificio.

Antologia dunque riuscita, meglio sicuramente di Al Crepuscolo e, probabilmente, di Tutto è Fatidico nel suo complesso, eppure incapace di proporre racconti in grado di meravigliare il lettore per la loro potenza evocativa o per il senso della meraviglia.

 
 
 "L'uomo ha solo due obblighi nella vita: il primo è difenderla, il secondo liberarsi dal dolore."

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