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giovedì 14 novembre 2019

Recensione Narrativa: IL CERCHIO VERDE di Arthur Machen



Autore: Arthur Machen.
Titolo Originale: The Green Round.
Anno: 1933.
Genere: Fantastico.
Editore: Providence Press, 2018.
Pagine: 192.
Prezzo: 17,90 euro.

A cura di Matteo Mancini.
Testamento letterario di Arthur Machen che, a settanta anni, chiude la sua carriera di narratore con un testo che si pone a metà strada tra le dissertazioni saggistiche che rievocano L'Avventura Londinese o L'Arte del Vagabondaggio (1924) e i racconti incentrati sulla tematica del piccolo popolo, avviciandosi a quel Un Frammento di Vita (1923) di recente pubblicato dalle Edizioni Hypnos di Andrea Vaccaro.
Un volume non sempre di agevole lettura, per il suo interrompere e riprendere la narrazione degli eventi alternandoli persino a studi operati dal protagonista concentrati su testi relativi al mondo delle fate (ragione per cui, probabilmente, finirà per essere perseguitato dai rappresentanti del piccolo popolo, pur pensando di esser preda di allucinazioni e di essersi immaginato tutto). Un modo di procedere in virtù del quale, grazie anche ai resoconti di uno psicologo e di altri testimoni oculari, Machen torna più volte sui medesimi fatti, quasi a forgiare un romanzo corale in grado di offrire molteplici punti di vista e che, per questo, a mio modo di vedere, non si rivela adatto a un pubblico medio. L'autore parte da una serie di commenti pubblicati in un presunto giornale relativi alle innovazioni apportate alle infrastrutture di una cittadina balneare meta di turisti, sottolineando la sua posizione di anti-progressista, per poi passare ai bizzarri accadimenti che perseguitano il protagonista, un solitario in vacanza che si sforza, per vincere un esaurimento nervoso, di diventare socievole salvo poi esser sempre più isolato dagli altri turisti. Da qui si procede in base a una serie di interrogazioni introspettive sulla potenza menzoniera del sogno e di come questo, quando realistico e ancorato ai dati reali, desti confusione nella mente di chi lo ha concepito, sempre più in difficoltà a discernere tra la realtà e il sognato. A volte però l'assurdo irrompe davvero nella realtà ed è qui che la mente umana rischia di esplodere, non più legata al confortevole mondo dell'esperienza e in balia di un occulto che, in quanto tale, assume l'emblema di un'oscurità che avvolge un viandante smarritosi dentro la propria abitazione e per questo costretto, per cercare la luce, a battere da un angolo all'altro delle proprie stanze.

Machen, in altre parole, si concentra su più argomenti e concede la sua visione filosofica per alcuno di essi. Si passa dalla capacità di suggestionare dei sogni, all'esistenza di una realtà altra a quella percepita quale unica dagli uomini comuni, un mondo evanescente e rumoroso che, pur essendo caratterizzato da un'intensa luce, può essere solo intravisto, allo stesso modo degli esseri che vi fuoriescono (delle specie di gnomi dal volto invecchiato e dalla silhouette di bambini). Creature, queste ultime, pronte a sconvolgere la tranquillità quotidiana (sembra per capriccio e dispetto). Portale d'accesso al mondo nostro, da cui tutto ha inizio nel volume oggetto di analisi, è il cerchio verde ovvero un anfiteatro naturale ricoperto di erba e fiori collocato nella cittadina balneare di Porth, in Galles. Sembra che sia uno dei tanti luoghi punto di contatto tra le due realtà. La particolarità del racconto, contrariamente ad altri simili fenomeni, sta nel fatto che gli eventi straordinari finiscono col seguire il soggetto anche una volta che questo è ritornato a casa e ha esaurito la sua vacanza, così da determinarne una nuova crisi nervosa e la fuga all'estero.

Al di là della tematica centrale, che ripetiamo è miscelata a capitoli di valenza saggistica e che non propone un grande campionario di eventi, finendo per soffermarsi su una serie di ripetuti avvenimenti che sembrano suggerire l'azione di un poltergeist, non vengono risparmiati, tra una peregrinazione e l'altra per le vie di Londra (usando come valvola di studio l'ipotetico testo A London Walk che il protagonista si ostina ad analizzare), gli strali contro lo sviluppo londinese in particolare e dell'Inghilterra in generale. Questo viene prospettato in un'ottica negativa quale deturpamento delle bellezze ambientali proprie delle origini. Una posizione che l'autore mutua anche per analizzare, con accezione negativa, il progresso scientifico. La scienza è destinata a fallire per il suo voler ricondurre tutto sotto le sue limitate conoscenze, al punto da accettare un evento e riconoscerlo come possibile solo quando è stato compreso, ignorando tutto il resto ivi compresa l'evidenza di quei fatti non spiegabili. Eloquente l'epilogo del romanzo in cui Machen, al cospetto con l'inspiegabile, opta per una soluzione sofista ovvero "credo non ci sia risposta a questo mistero, Faremmo meglio a dire: Noi non parliamo di queste cose." Una chiusura su cui l'autore conclude il suo lungo rapporto con ciò che si cela oltre i veli dell'ignoranza, quasi a voler lasciare un testimone alle nuove generazioni, suggerendo una vita orientata ad andare oltre le apparenze e a cercare la verità laddove solo gli eletti e i poeti possono spingersi, a rischio però della propria sanità mentale (immancabile monito).

Due parole in conclusione a favore della Providence Press, impegnatissima tra l'altro nell'attività di divulgatrice della narrativa del grande Robert Ervin Howard, che, per prima, ha pubblicato questo inedito in Italia, contribuendo a rendere sempre più accessibile la narrativa di un autore monumentale nel panorama fantastico e del terrore, un maestro che ha ispirato larghe schiere di scrittori, a partire da H.P.Lovecraft per giungere a Stephen King (si legga il racconto di questi, N., inserito in Al Crepuscolo o la dedica iniziale resa all'inizio del romanzo Revival).
Di spessore la postfazione dello studioso ed esperto Giacomo Ortolani, senz'altro fondamentale per la comprensione di un testo non troppo indicato a chi voglia avvicinarsi per la prima volta alla lettura di Machen e, soprattutto, ai lettori medi, ma imperdibile per gli studiosi di Arthur Machen.
Da notare l'esistenza di un volume a serie limitata sempre edito dalla Providence Press, si parla di 59 copie, contenente, in aggiunta, tre racconti inediti di Machen.

Il buon vecchio 
MACHEN.

"L'immensa lacuna delle mie conoscenze, riguardo a questo ampio cerchio di eventi, mi impedisce di accettare tali fenomeni, nonostante il loro incredibile impatto. E ciò significa che la mente scientifica è riluttante ad accettare isolati fenomeni sovrannaturali che non abbiano una qualche teoria che li sorregga, un qualche logos che li razionalizzi, un qualche schema in cui possano essere catalogati."

2 commenti:

  1. Bene illustrato il tema del libro. Lo prenderò.

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    1. Su ZOTIQUE 4 sarò ancora più preciso! Comunque grazie per la lettura!

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