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giovedì 18 settembre 2025

Recensione Narrativa: MASTODON - La Foresta Impossibile di Steve Stred

Autore: Steve Stred.
Anno: 2022.
Genere:  Body Horror / Fantascienza / Avventura.
Editore: Independent Legions (2025).
Pagine: 212.
Prezzo: 17.90 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini. 

Prima uscita in italiano per il canadese Steve Stred, che da febbraio 2025 è arrivato in Italia grazie alla scommessa (a mio modo di vedere persa) di Cristiano Saccoccia (traduttore del testo) ratificata dalla Independent Legions Publishing. Progetto diverso dai canonici prodotti sdoganati in Italia dalla casa editrice di Alessandro Manzetti, decisamente più mainstream (si resta comunque nell'ambito del cosiddetto body horror) e caratterizzata da un piglio spiccatamente cinematografico. Siamo dalle parti di un survival dalla struttura abbastanza lineare e dalla forte componente adventure che si snoda nella forma di un point to point di natura circolare tra rimandi a The Island of Doctor Moreau (1896) di Herbert G Wells, The Lost Level (2015) di Brian Keene, Naraka (2013) dello stesso Manzetti e soprattutto la pellicola The Hunt (2020) diretta da Craig Zobel e tratta dal celebre racconto The Most Dangerous Game (“La Partita più Pericolosa”, 1924) di Richard Connell. Da Wells arriva l'idea dell'ibridazione interspecie. Se lo scrittore inglese cercava di umanizzare gli animali, Stred fa l'inverso con involuzioni bestiali di cavie umane trasformate in esseri mostruosi un po' sull'esempio de La Mosca (1986) di David Cronenberg (non vi chiedete come facciano, però, perché non viene spiegato). Da The Lost Level viene ripreso il canovaccio dei protagonisti che vagano in un contesto scenografico boschivo in cui si muovono bestie gigantesche e in cui scattano trappole o dispositivi che annichiliscono la ragione e attirano in punti predeterminati per finire in balia di affettatrici (rimando non so se volontario a Naraka da cui viene ripresa anche l'idea della prigione) o congegni che spappolano le prede in una pioggia di sangue (vedi anche il citato The Hunt).

Lo stile di narrazione è semplice, tutt'altro che letterario e lontano anni luce da barocchismi o licenze poetiche. Troppe le ingenuità e le inverosimiglianze. Stred sembra un autore, per costruzione della storia e gestione dello sviluppo, amatoriale. Semplifica troppo e porta avanti un soggetto che fin dalle prime battute fa storcere il naso. Ipotizza l'ideazione di una sorta di Area 51 nel cuore centrale del Canada, un'area in teoria off limits, dove i militari conducono non precisati esperimenti in barba a ogni etica (tema ultra-abusato). Quando il protagonista, sveglio quanto volete ma pur sempre un diciannovenne, viene informato che il padre è dato per disperso a seguito della caduta dell'aereo privato su cui era a bordo proprio nell'area in cui anni prima era scomparsa anche la moglie, decide in modo assurdo (alla Schwarzenegger in Commando) di andarlo a cercare. Parte da solo e, seppure informato dell'invalicabilità dell'aerea peraltro presidiata da telecamere, sensori di movimento e insidie di ogni tipo, valica le recinzioni e senza tanti problemi giunge nell'alveare della struttura (Stred usa scorciatoie narrative intollerabili, con personaggi secondari che rivelano tutto a perfetti sconosciuti o li annettono a spettacoli senza alcun filtro). Se già questo rende lo sviluppo superficiale, ad aggravare la situazione ci pensa un secondo individuo, anche lui colpito dalla scomparsa del padre (lo sceriffo del posto), che dapprima finge disinteresse (perché non aiuta subito il protagonista?) e poi emula il giovane diciannovenne e, nel corso della storia, gli rivela di avere più volte violato l'area impunemente e di essere a conoscenza di mostruosità abominevoli di cui nessuno sa niente (perché non ha divulgato foto o informato gruppi di ricerca di estrazione complottista?). Non si capisce neppure perché alcuni di questi mostri scorrazzino liberamente nell'area senza oltrepassare i confini della base, mentre altri restano segregati per essere destinati a folli studi (di cui non viene detto niente). Che dire poi delle decisioni da minorato mentale assunte dal protagonista? Lo vediamo addormentarsi all'interno di una torretta di avvistamento pur se inseguito dai militari o, addirittura, pensare di ritornare in città prendendo possesso dell'auto (l'unica presente nel parcheggio!?) che ha lasciato fuori dai confini dell'area nonostante un reparto segreto dei militari canadesi (non i poliziotti della Contea di Hazzard) lo stia cercando.

Un romanzo dunque che si lascia leggere, ma che non meritava di andare oltre i confini nazionali e di essere preso in considerazione da una casa editrice che ambisce a essere nel settore la più importante di Italia. C'è di meglio nella nostra penisola, diciamoci la verità. Stred riesce in poco, tra le cose più riuscite c'è la capacità di trasmettere la disperazione dovuta al senso di abbandono di un giovane che è rimasto orfano dei genitori, predisponendo una metafora esistenziale che, tuttavia, non viene sviluppata a dovere. La sensazione è che l'autore abbia avuto l'idea, l'abbia stesa ma non sia riuscito a condurla a maturazione. Mancano infatti gli approfondimenti e i giusti inneschi che facciano evolvere la narrazione senza “scadere” in inverosimili scorciatoie e cadute di stile da amatore. Lo stesso fine che giustifica le costose sperimentazioni è banalizzato (ma chi diavolo spenderebbe cifre milionarie per vedere due mostri giganti che combattono tra loro o, ancor peggio, che si accoppiano?). Inoltre come si potrebbero utilizzare simili aberrazioni a scopi militari senza tuttavia dare nell'occhio? Insomma Stred le prende secche da un autore come il "nostro" Alessandro Girola. Leggete, a esempio, Tigre Blu. Viene allora da chiedersi, con tanti scrittori in circolazione meritevoli di essere conosciuti, come si possa aver scommesso su un romanzo che ha limiti infiniti innescati su una trama priva di originalità. È pur vero che si sta parlando di un due volte nominato allo Splatterpunk Award, a ogni modo non si deve mai dimenticare che i grandi maestri del genere non sono gli scrittori contemporanei (che spesso, come Stred, hanno tutto da dimostrare) ma sono coloro che sono sopravvissuti al severo giudizio del tempo. Ecco, allora, che prima di interessarsi alle novità editoriali, forse, sarebbe il caso di approfondire le basi e muoversi su quelle, così da valutare appieno cosa importare e cosa lasciare oltreoceano, poiché altrimenti, in un settore dove ormai la concorrenza sta diventando davvero ampia, si rischia di inquinare i cataloghi e vedersi superare da realtà più piccole capaci di fare squadra. Come direbbe Max Allegri, mito di Milano e del litorale prossimo alla città di Livorno: lasciate fare le scommesse ai giocatori e agli intenditori ippici, possibilmente alla domenica quando sono in programma le pattern race, perché a dire agli altri di darsi all'ippica si fa presto, ma poi bisogna sapere fare i conti con handicap e timeform.

 
L'autore del mese Steve Stred.
 

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