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sabato 13 gennaio 2024

Recensione Saggi: 999 LE STORIE VERE DEI CAMPIONI MANCATI di Paolo Amir Tabloni.

Autore: Paolo Amir Tabloni.
Anno: 2016.
Genere:  Saggio Sportivo - Interviste biografiche.
Editore: Edizioni Diabasis.
Pagine: 240.
Prezzo: 17.00 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.

Uno su mille ce la fa, ma quanto è dura la salita in gioco c'è la vita” cantava Gianni Morandi. Paolo Amir Tabloni, ex calciatore che ha militato dalla serie C2 alle categorie inferiori del calcio italiano e soprattutto giovane romanziere, dedica la propria attenzione agli altri 999 del gruppo di riferimento analizzato da Morandi ovvero coloro che avevano tutto per arrivare ma che, per motivi vari, si sono smarriti durante il percorso.

999 Le Storie Vere dei Campioni Mancati è innanzitutto un'opera autobiografica che raccoglie le esperienze di trenta calciatori che, nel corso degli anni, hanno condiviso una maglia con l'autore del romanzo. Uno spaccato di vita comune, idoneo a spingere Tabloni a ricercare e intervistare i vecchi compagni di squadra. Si tratta soprattutto di giocatori emiliani, legati in particolare alla città di Parma con una concentrazione tra i nati dal 1967 al 1985. Giovani speranze dei settori giovanili di Parma, Bologna, Reggiana, Modena, ma anche Napoli, Sampdoria e Inter. Ragazzi che hanno indossato la maglia della nazionale nelle varie under, al fianco di calciatori che, a distanza di anni, avrebbero vinto persino un mondiale mentre i vecchi compagni di gioventù sudavano nei campi polverosi e periferici tra pollai e terreni che non hanno conosciuto manti erbosi.

Attraverso il suo progetto, Tabloni ripercorre la sua stessa carriera, tra rimpianti, occasioni mancate e domande che non potranno mai trovare una risposta non essendo concesso a nessuno di noi di balzare da questo piano di realtà a uno parallelo composto da tutte le possibili alternative che avrebbero potuto delineare un diverso cammino. 999 propone un collage di trenta storie, simili tra loro, che partono all'insegna del professionismo, in alcuni casi con tanto di debutto in serie A, per sgretolarsi nel giro di qualche mese portando i protagonisti dagli allori e dai sogni alle paludi del dilettantismo. “Che cosa sarebbe successo se...” si chiedono i vari personaggi, immaginando una serie di sliding doors che avrebbero potuto offrire un futuro diverso. L'infortunio inatteso, il genitore morente, l'allenatore che crede in te esonerato sul più bello, le scelte sbagliate, lo spinello fumato durante una festa, le decisioni sentimentali anteposte alle professionali, le fughe amorose, la firma sul contratto da evitare, l'azienda di famiglia da portare avanti e gli errori di gioventù che non concedono seconde chance. Il treno passa e se ne va, lasciandoti a piedi, perché se è vero che te sei un fenomeno è altrettanto vero che di fenomeni ce ne sono tanti.

Patrocinato dalla Lega Nazionale Dilettanti, introdotto da Damiano Tommasi e concluso da una nota finale di Arrigo Sacchi, 999 è un volume intriso di malinconia, imperdibile per chi ha calcato i campionati giovanili nazionali di calcio dell'Emilia Romagna o i gironi della serie D emiliana di inizio secolo, perfetto anche per un regalo a una promessa rampante del movimento calcistico così da fungere da monito. È infatti interessante valutare, e nel mio piccolo confermo anche io che scrivo queste poche righe le confidenze dei vari giocatori intervistati, come ogni giovane calciatore esprima le medesime considerazioni: la percezione di normalità nel trovarsi nelle massime categorie, l'aspettativa del debutto in prima squadra con la convinzione di essere a un passo da quel sogno cullato fin dall'infanzia, gli allenamenti con campioni dapprima visti solo nelle figurine e poi compagni di avventura, la convinzione di non essere a di meno di chi poi esploderà, i complimenti dei giornalisti, i primi applausi, le rassicurazioni degli allenatori, le promesse dei procuratori, le ragazzine (ma anche le donne mature) che attendono in massa oltre le reti di recinzione chiedendo appuntamenti, quindi le avversità dovute a questioni diverse (infortuni, limiti caratteriali, casualità), la caduta nei dilettanti e l'incapacità di ritornare in alto fino a rendersi conto che la vita non è solo calcio e che è opportuno cercarsi un lavoro come ogni comune mortale, perché non c'è più spazio per i sogni. “Spesso nella carriera di un calciatore si finisce in una specie di purgatorio, dove trovare gli stimoli giusti diventa davvero difficile. Molti si perdono durante la discesa nelle varie categorie, perché invece di pensare che se fai bene puoi risalire, ti viene da pensare dov'eri e lo sconforto ti taglia le gambe.”

999 è un libro di sogni infranti, di speranze disattese, ma anche di chance avute e di piccoli momenti di gloria che un atleta, o meglio un uomo, porterà sempre con sé. Infatti, se è vero che il bicchiere è rimasto mezzo vuoto è altrettanto vero che per metà si è riempito, regalando emozioni indelebili che in pochi altri sono riusciti a provare.

Il lettore ben difficilmente conoscerà i vari giocatori selezionati da Tabloni (personalmente ricordo Alessandro Lupo, da me visionato più volte all'Armando Picchi, dove era un rincalzo in un Livorno che vinse il campionato di C2), sebbene vi sia anche qualche figlio d'arte come il fratello dell'attuale allenatore del Milan Stefano Pioli. Tale limite, tuttavia, è irrilevante, poiché è il contenuto a interessare e non le note biografiche.

La cura del testo è eccellente. Tabloni è accattivante e offre uno sguardo su quel mondo del calcio fatto di vera passione e mai decantato ovvero quello dilettantistico con aneddoti persino dalla terza categoria. Goal impossibili, parate decisive, galoppate che riscrivono la storia di un campionato e prodezze che addolciscono un'amarezza di fondo che non potrà più andarsene: quella di sentirsi (a torto) dei falliti o, meglio, quella di sentirsi come coloro che hanno gettato alle ortiche l'opportunità della vita.

Volume quindi di nicchia, poco commerciale per il suo gettare luce su coloro che non ce l'hanno fatta. Vero e proprio atto d'amore di Tabloni alla propria avventura calcistica e a tutti coloro che avevano i numeri per diventare campioni e che, per motivi vari, non sono esplosi. Guai però chiamare tutti questi calciatori dei falliti perché, anche se alla fine non hanno potuto beneficiare di parate, coriandoli, o contratti per reclamizzare biscotti, bibite o cerali per la colazione, dovendo solo svuotare un armadietto e rimediare un passaggio a casa, nessuno potrà cancellare le loro imprese giovanili, i dribbling e le reti marcate al cospetto di chi poi è diventato un campione. In diverso modo, il calcio ha formato ognuno di questi ragazzi e, seppur brevemente, la grandezza, le qualità e il talento un uomo li porta sempre con sé. Chissà? Magari sarebbe potuto andare diversamente... a volte il successo o il fallimento sono due facce di una stessa medaglia. Ciò che conta veramente non è ciò che si trova a termine di una corsa, ma quello che si prova mentre si corre. Applauso per ognuno dei trenta fortunati riscoperti da Tabloni.

 
L'autore, nonché portiere, PAOLO AMIR TABLONI.

Il calcio come la vita è una concausa di eventi dai quali spesso dipendiamo involontariamente, devi sempre essere l'uomo giusto nel posto giusto al momento giusto.”

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