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mercoledì 5 dicembre 2018

Recensione Saggi: LA PAURA CAMMINA CON I TACCHI ALTI di Stefano Iachetti.



Autore: Stefano Iachetti.
Anno: 2017.
Genere: Saggio Cinematografico / Interviste Inedite.
Editore: Edizioni Il Foglio, 2017.
Collana: La Cineteca di Caino.
Pagine: 282.
Prezzo: 18,00 euro.

A cura di Matteo Mancini.
Terzo volume scritto da Stefano Iachetti che va a nobilitare, con la propria esperienza e il proprio background professionale, la collana La Cineteca di Caino delle Edizioni Il Foglio Letterario di Piombino. Iachetti, a differenza di molti autori della casa editrice, non è un mero appassionato ma è un addetto ai lavori. Lavora presso il Centro Sperimentale di Cinematografia Nazionale, luogo in cui si sono formati tantissimi dei registi, degli attori e degli sceneggiatori che hanno reso sempre più internazionale il nostro cinema di genere e non. Pubblicato da Electa Mondadori e dalle Edizioni Sabinae, per le quali ha dato alle stampe Asia Argento: La Strega Rossa, ha scelto il foglio per partorire un lavoro su cui ha investito due anni.
Il suo La Paura Cammina con i Tacchi Alti, titolo che fa il verso a un bellissimo thriller diretto da Luciano Ercoli nel 1971 con (la moglie) Nieves Navarro protagonista, non è un testo derivativo. Aiutato dalle conoscenze, dalla tipologia di lavoro svolto e da una certa intraprendenza, Iachetti è riuscito a contattare ventisette (se si conteggia anche la prefattrice Malisa Longo) personaggi, tra attori, registi, costumisti, produttori, sceneggiatori e compositori, protagonisti nel settore industriale cinematografico degli anni settanta così da intervistarli e proporre gustosi aneddoti mai usciti prima del gennaio del 2017. Le interviste vengono condotte dal generale al particolare, se così possiamo dire. Iachetti è interessato a portare i suoi "ospiti" sul tema delle attrici degli spaghetti thriller degli anni '70, così da svelarne retroscena legati al dietro alle quinte, ai rapporti personali, al rapporto delle attrici con la loro bellezza e il nudo, ai modi utilizzati per vincere la timidezza, alle scelte produttive e alle dinamiche di messa in scena di sequenze piccanti. Largo spazio alle attrici, tra cui compaiono molti nomi che hanno fatto sognare gli italiani (e non solo loro) dagli anni settanta fino a oggi. Scorrendo l'elenco ritroviamo Edwige Fenech, Barbara Bouchet, Dagmar Lassander, Nieves Navarro, Rosalba Neri, Ida Galli, Daniela Giordano e via dicendo per un totale di diciassette attrici che raccontano la loro storia e le loro sensazioni. Iachetti non è interessato, un po' come invece fa Marco Giusti nella trasmissione Stracult, a ripercorrere l'intera carriera di queste attrici, ma vuole fare un quadro d'insieme, uno schizzo, filtrato dalle varie esperienze e opinioni, del magico mondo del cinema italiano degli anni '70 in generale e dello spaghetti thriller in particolare. La bellezza mozzafiato, le seducenti curve capaci di far volare la fantasia degli uomini in una dimensione di sogno ultraterreno che, carnalmente parlando, ben difficilmente avrebbero potuto vivere in prima persona. Un modo come un altro per evadere da una realtà talvolta spenta e anonima. Un ruolo, se così vogliamo, sociale, capace di ripulire la mente dalle scorie della vita di tutti i giorni. Eugenio Alabiso, uno dei più grandi montatori del cinema italiano, ci scherza sopra, ma ciò che dice rende bene l'idea di ciò che avveniva all'epoca. "Queste attrici sono colpevoli di tanti figli nati in quegli anni, perché tanti mariti, dopo aver visto quei film, con quelle attrici, tornavano a casa e amoreggiavano con le loro mogli continuando a pensare a loro." Guai però a rivelarlo alle dolci metà, aggiungiamo noi conoscendo un po' l'animo femminile: sarebbero stati accusati di tradimento mentale!? "Trovo che il sesso non appagato immediatamente, bramato e desiderato, causa di palpitazioni, ansie e nodi alla gola, sia l'aspetto più piacevole e duraturo della sensualità e quindi il più erotico" spiega Aldo Lado, in una maniera più articolata e psicologica rispetto allo scherzoso Alabiso.
Donne, in parte, come potete già intuire, penalizzate dal loro (enorme) sex appeal fin troppo anteposto a una bravura recitativa spesso riscontrabile dalle loro performance eppure ignorata, da una parte, dai grandi e snobisti registi del cinema impegnato ("Ci vedevano come chili di carne, ma noi avevamo delle qualità e delle capacità per fare film di serie A") e, dall'altra, da quelli di genere interessati ad aspetti più tangibili. Del resto, come racconta Erna Schurer (pseudonimo di Emma Costantino, protagonista de Un Gioco per Evelyn) "la bellezza dell'essere è l'unica che può migliorare con il tempo. E' capace di arricchire quella dell'apparire che inevitabilmente il tempo degrada."
Ne esce fuori un quadro malinconico, fatto di ricordi e occasioni mancate, ma anche un modo per rivivere, con simpatia e soddisfazione, un apice che ha preso per mano giovani ragazze, talvolta neppure interessate alla carriera cinematografica, per farle volare su olimpi che difficilmente avrebbero mai immaginato. La semplice bimba del vicino di casa che diviene una star di rilievo internazionale, come racconta la livornese Gabriella Giorgelli premiata per la sua faccia tosta e il suo coraggio di trattare con personaggi quali Alberto Sordi come si potrebbe fare con un cliente di un bar. "Tutto quello che desideriamo è oltre le nostre paure. Tutto quello che vogliamo è vincere la nostra paura. Se non sfondi quel muro non ci arriverai mai" scrive Femi Benussi.
"Un lungo e appassionante percorso, che l'autore racconta in tre fasi: introduzione, interviste alle attrici e poi interviste a chi aveva lavorato con loro: produttori, costumisti, registi e tecnici" così, a ragione, Malisa Longo introduce al lettore il volume. Gli fa da eco l'autore che scrive: "E' un insieme di memorie sul cinema, un libro dove il cinema è la cornice all'interno della quale scorrono le parole, i ricordi, le emozioni di donne e uomini, che hanno fatto sognare, divertire, spaventare, generazioni di spettatori."
Il volume è corredato, a termine della lunga galoppata, con le schede di tutti gli spaghetti thriller girati dal 1965 al 1978 ovvero da Libido di Ernesto Gastaldi a La Sorella di Ursula di Milioni.
Dunque un volume altamente appetibile per gli studiosi di cinema italiano, più specificatamente per quelli del cinema di genere, con un autore che sacrifica il proprio ego per dare intero campo d'azione alle protagoniste della sua ricerca. Più che un saggio, quindi, siamo alle prese con un collage di interviste, aspetto che rende meno amalgamato il contenuto del volume ma non per questo meno interessante. Consigliato, specie a chi è a caccia di nuovi aneddoti legati al mondo del cinema bis.
Le Edizioni Il Foglio, ormai, sono sempre più specializzate nel settore cinema e riescono in questo grazie anche al coinvolgimento di personaggi che vanno ben oltre al profilo di appassionato. Questo libro ne è una dimostrazione e non è certo l'unico proposto nella scuderia dell'infaticabile Gordiano Lupi, aspetto che inorgoglisce, pensiamo di poter dire, tutti gli scrittori proposti in catalogo.

L'autore STEFANO IACHETTI.

"Trovo molto interessante il confronto delle diverse opinioni sugli stessi episodi, perché, come accade sempre nella vita, non c'è una verità assoluta, ma ognuno ha la sua."

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