Autore: Alessandro Girola.
Anno: 2014.
Genere: Horror.
Editore: Plutonia Publications.
Pagine: 126.
Prezzo: 9.00 euro.
Avete apprezzato film come The Car (“La Macchina Nera”, 1977), Christine (“La Macchina Infernale”, 1983), The Wraith (“Il Replicante”, 1986), The Mangler (1995) o serial televisivi come Knight Rider (“Super Car”, 1982-86) o il romanzo Shattered di Dean Koontz (“In un Incubo di Follia”, 1973)? Bene, Alessandro Girola, da grande esperto degli anni settanta e ottanta (si rinvia al suo saggio L'Anima Pop degli Anni '80, Odoya Edizioni), si inserisce nel filone "auto diaboliche" prendendo come base orientativa Mile 81 (“Miglio 81”, 2011) di Stephen King. L'idea della macchina dotata di tentacoli che attende nelle aree di servizio, avvinghiando con le appendici chiunque vi si avvicini per assorbirli e trarne energia, arriva proprio da questo racconto inserito nell'antologia The Bazar of Bad Dreams (“Il Bazar dei Brutti Sogni”, 2015). La storia di Girola, tuttavia, prende una via molto più coinvolgente (il racconto di King è statico e ripetitivo, quello di Girola è dinamico e decisamente più on the road). Girola inserisce nel suo frullatore quanto ha letto e visto sull'argomento, con omaggi divertenti (persino ad Ayrton Senna), senza dimenticare di personalizzare la sua storia. Impossibile, nella lettura, non pensare a Christine, da cui arriva la scena nello sfasciacarrozze o l'idea del demone imprigionato nelle lamiere (comune anche a The Mangler) che prova a sedurre il protagonista, così come non si può non pensare a Kitt, la macchina parlante di Super Car, nella parte in cui l'Imperial comunica col protagonista o gli chiede se vuol guidare lui o se preferisce lasciarle autonomia.
Girola amalgama l'idea centrale della vicenda con tematiche ritornanti nell'ambito della sua produzione, quali il nazismo magico, il substrato alla X-Files e l'idea del multiverso (Mondo Delta come sanno i suoi lettori) da cui provengono creature strane, forgiando un'action carico di tensione e di thrilling che, ne siamo certi, piacerebbe a Stephen King.
A parte qualche passaggio un po' didascalico (l'inizio, per esempio), Imperial è estremamente coinvolgente (è un turn page), una manna per gli amanti della narrativa del terrore a caccia di nomi diversi da quelli acquistabili nelle librerie. Perfetto nelle scene d'azione, cresce alla distanza fino a un epilogo di alta presa cinematografica e folklore tipicamente italico (idea del sale purificatore). L'autore si diverte a giocare con i nomi dei protagonisti (Goi cerca di reclutare Maestri), ammicca all'esoterismo e all'insolito, si autocita (riferimenti alla novella Brianzilvania), regala citazioni che esaltano i cultori della narrativa di genere italiana (il fantasma di Melissa riconducibile ad Arona, non di certo la Seat ma il grande Danilo) e, soprattutto, sfoggia un gusto kitsch per macchine storiche rappresentate da modelli quali la Chrysler Imperial del 1972, a cui si deve il titolo, e la Lotus Europa S2 al centro dell'inseguimento finale.
Ottima la struttura della storia. Oltre alle scene adrenaliniche, si lavora sul background funzionale a dare campo ai personaggi. Psicologie, approcci amorosi, ambientazioni e background disilluso non vengono sacrificati sull'altare del genere. Girola non perde il suo convenzionale pessimismo nella società contemporanea. Il suo protagonista è carpenteriamo per il suo essere un perdente, eppure, nonostante questo, è l'unico che si avvede della macchina quando gli altri, sostanzialmente, se ne fregano. Il male, a suo modo, gli offre una seconda chance, gli consente di vedere cosa c'è oltre l'apatia della vita di tutti i giorni. Il tentativo di rendere vividi i personaggi, così come i viaggi notturni nella periferia lombarda, dalla Brianza a Milano passando per Desio, sono apprezzabili. Che dire poi della leggendaria Caccia Selvaggia, con riferimenti a Grimori tedeschi e soprattutto la descrizione, di solito assente, della genesi della macchina diabolica e di ciò che si cela al suo interno? Veri e propri valori aggiunti che contribuiscono a dare imprevedibilità a un soggetto che in mano ad altri avrebbe rischiato di diventare troppo derivativo.
Insomma, una novella imperdibile per gli amanti degli horror automobilistici, a cui mi sento di consigliare - oltre ai film e alle opere già citate - i romanzi Buick 8 (2002) di Stephen King e Commodore (2021) di Philip Fracassi - pur se basati su un'idea di fondo diversa (l'auto non è una predatrice, bensì un portale dimensionale) - che Girola ricorda unicamente nella scelta di intitolare l'opera col nome del modello di un auto.
Apprezzatissimo dai lettori, Imperial è stato ed è un successo editoriale, per i limiti della distribuzione di un self publishing, tanto da aver ispirato altri autori con uno spin-off (la novelette M3 di Fabrizio Borgio) e una nuova novella dello stesso Girola incentrata su un'altra macchina diabolica: Marauder (2024).
Intrattenimento assicurato. Disponibile in cartaceo e in ebook. Bella la copertina del cartaceo, mentre quella dell'ebook guarda a In un Incubo di Follia. Date fiducia alla produzione di Girola. Presto nuove recensioni.
"La vostra specie è diventata simile a una sconfinata mandria di placide mucche. Non vedete oltre un palmo dal vostro naso. Vi fate comandare da individui ripugnanti che vi conducono al macello senza fatica. Siete flaccidi e molli, senza più attitudine alla lotta, se non per futili obiettivi. Ma tu hai scoperto un'alternativa."
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