Genere: Horror.
Editore: Sperling & Kupfer (1990).
Pagine: 385.
Prezzo: Fuori catalogo.
Commento a cura di Matteo Mancini.
Nome che ai più risulterà sconosciuto, Joseph Michael Straczynski è un mito degli anni ottanta e novanta, soprattutto in ambito televisivo e fumettistico. Vera e propria scommessa della Sperling & Kupfer, al traino dei successi ottenuti da Stephen King. La casa editrice, forte degli incassi ottenuti dal “Re”, negli anni ottanta e primi novanta, tentò (unitamente a Bompiani) di proporre ai lettori una serie di scrittori celebrati negli States nel campo della narrativa del terrore. Così furono tradotti testi di maestri quali Ramsey Campbell, Richard Laymon, Robert MacCammon, Charles L. Grant, Clive Barker, Dean Koontz e alcune nuove proposte. L'obiettivo era pescare un secondo King. Tra questi “nuovi nomi” figura J. Michael Straczynski che la casa editrice milanese ingaggiò proponendo al pubblico italiano il romanzo di debutto, Demon Night (1988), finito in nomination (insieme ad altri cinque autori) quale migliore opera prima al Bram Stoker Award del 1988. Il romanzo giunse in Italia due anni dopo la sua uscita, quando l'autore stava dando alle stampe il successivo romanzo: l'horror Otherside (1990), che la Sperling proporrà nel 1992 col titolo Sul Filo del Terrore.
Dunque premesse importanti per Straczynski che si presentò al pubblico dei lettori italiani col crisma del predestinato ma che, di lì a poco, avrebbe cambiato la propria strada diventando un nome tra i più importanti nell'ambito delle sceneggiature delle graphic novel.
L'AUTORE
Classe 1954, di origini polacche seppur cresciuto nel New Jersey, pluri-laureato (psicologia e sociologia), Straczynski si forma in ambiente teatrale per passare a scrivere svariate opere radiofoniche. Giornalista, collabora – tra gli altri - per il Los Angeles Times, il San Diego Magazine, il San Diego Reader, il Los Angeles Herald-Examiner e la rivista People. A metà anni ottanta passa a lavorare per il circuito televisivo. Diventa uno degli autori principali di molte serie di successo, ivi comprese quelle animate. Scrive episodi per He Man e i Dominatori dell'Universo (1984-85), She-Ra, La Principessa del Potere (1985) e The Real Ghostbusters (1986-90) nonché dodici episodi della serie televisiva Ai Confini della Realtà (1986-89) e quattordici della mitica serie fantascientifica post-apocalittica Capitan Power (1987-88).
Co-conduttore del talk show radiofonico Hour 25, intervista a fine anni ottanta una lunga serie di scrittori e registi legati al mondo del fantastico, quali John Carpenter, Ray Bradbury, Neil Gaiman, Harlan Ellison e altri. Da qui prova ad approdare alla narrativa horror, due tentativi di discreto successo (faranno seguito nel 2000 l'horror Tribulations e due raccolte horror), per trovare la definitiva affermazione negli anni novanta in altro settore. Scrive a scappa tempo episodi per Walker Texas Ranger (1993) e La Signora in Giallo (1991-93), trovando i riconoscimenti della critica con la serie televisiva fantascientifica Babylon 5 (1993-98), di cui è ideatore e sceneggiatore. Centodieci episodi in gran parte scritti dallo stesso Straczynski, spalmati in cinque stagioni, che gli valgono, tra il 1996 e il 1999, due Hugo Award e un Bradbury Award e un Saturn Award.
Nel nuovo secolo si afferma nei fumetti e nel decennio successivo al cinema. Firma oltre trecento albi della Marvel, tra Spiderman, Fantastici 4, Silver Surfer, Thor, finendo sotto contratto anche per la Dc Comics per cui firma albi di Superman, Wonder Woman e altri. Un successo che lo lancia al cinema dove viene coinvolto in produzioni dal grosso budget e dall'altrettanto successo al botteghino. Firma i copioni di World War Z (2013), Ninja Assassin (2009), Underworld Awakening (2012), Thor (2011) e Changeling (2008) per la regia di Clint Eastwood.
Vincitore di numerosi premi, quali Hugo (due affermazioni), Saturn Award, Emmy Award, BAFTA Award, Straczynski è un mito che, pur non avendo permesso alla Sperling di riscuotere la scommessa a suo tempo fatta, ha dimostrato negli anni di essere una delle più importanti firme nel mondo del fantastico dimostrando una poliedricità in grado di consentirgli di figurare in tutti i settori (narrativa, fumetto, cartoni animati, serie televisive e cinema) della creatività narrativa.
Demon Night è stato da molti definito un'opera derivativa accostata a Salem's Lot (“Le Notti di Salem”, 1975) di Stephen King, sebbene le differenze tra i due romanzi non siano poche, a partire dalla totale assenza dei vampiri.
Premesso
quanto sopra, è comunque evidente il tentativo
di Straczynski di emulare la struttura dei romanzi di King.
Non a caso la storia è ambientata nel Maine, terra natia del
“Re” e Stato solitamente interessato dalle sue avventure. Ci
troviamo infatti a Dredmouth Point, località di fantasia, dove un
uomo, a distanza di anni dall'incidente stradale in cui persero la vita i
genitori, ritorna per ripercorrere le vie in cui è cresciuto. Fin dal suo arrivo, sente di essere stranamente attratto dalle grotte locali, avviando così una ricerca sulle stesse presso la biblioteca cittadina. Scoprirà per tale via che all'interno di tali siti si sono verificati molti episodi strani, tra suicidi e scomparse. Che mistero c'è sotto? La pista sovrannaturale incombe.
Straczynski conferisce al romanzo una struttura corale, rappresentata da una numerosa pletora di personaggi dietro ai quali, di volta in volta, si muove il narratore per sviluppare la trama. Ne viene fuori un romanzo che, seppur debitore delle stile di King (meno per i contenuti), anticipa per certe soluzioni romanzi successivi quali Needful Things (“Cose Preziose”, 1991) e Sleeping Beauties (2017). Comune a Salem's Lot è la presenza di una co-protagonista scrittrice e di un male silente e arcaico che attende nelle grotte in attesa di essere liberato. I lavori conseguenti a uno scavo archeologico (come avverrà per La Terza Madre) fungeranno da detonatore e provocheranno la fuga di demoni liberi di manifestarsi sulla cittadina alla stregua di un virus contaminante che provoca omicidi, suicidi, atti sacrileghi e distruzione. Contrapposto a tutto questo vi è Eric, il protagonista giunto in paese dopo anni di assenza. Straczynski usa l'archetipo della figura dell'eletto, ovvero un "ignaro" sensitivo dotato del potere di dominare con la mente gli spiriti e di influenzare gli uomini. Suo malgrado viene a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, incarnando l'emblema della divina provvidenza contro la quale si infrangono i disegni delle tenebre. Straczynski ruba idee da Firestarter (“L'Incendiaria”, 1982): il suo personaggio, a costo di sofferenze fisiche, ha la capacità di muovere gli oggetti con la mente e di manovrare gli uomini.
Pur se debitore di King, occorre dare il merito a Straczynski di riconnettersi a un orrore più classico. Laddove King tende a distorcere il sovrannaturale plasmandone uno del tutto personale di natura essoterica (con due “s”), Straczynski occhieggia al weird (richiama l'alchimia e la mitologia indiana), cercando persino di intavolare – in alcuni dialoghi – un discorso comparato sulle forze maligne ultraterrene e come queste siano sempre le stesse di religione in religione, acquisendo un valore assoluto (e non relativo come invece suggerirebbe la religione cattolica) che prescinde dal libero arbitrio e dalla volontà degli uomini. Il demonio, rappresentato nella sua classica forma di dragone, sarebbe un'entità spiritica in grado di condurre legioni di demoni che, per agire, espellono le anime dei comuni mortali e ne rubano i corpi al fine di compiere il male.
Immaginate dunque un romanzo che fonde King, L'Esorcista (il crocefisso più volte spostato dalla sua collocazione) e La Maledizione di Damien (i disegni demoniaci nelle grotte), con sottotracce che uniscono al tema principale quello di una Chiesa eretta nel segno del peccato (un omicidio) e quello della tradizione indiana (tribù degli Algonchini) che prevede l'esistenza di singoli eletti chiamati - di generazione in generazione - a vigilare sulla porta degli inferi. Lo sviluppo è lento e graduale, portato avanti da capitoli dedicati, di volta in volta, ai singoli personaggi. La caratterizzazione di questi è buona, così come sono notevoli i momenti prettamente horror. L'atmosfera che Straczynski riesce a costruire nelle grotte o nei sotterranei della Chiesa è eccezionale. Tra i momenti migliori vi sono la scoperta del disegno che immortala il drakon, la scena in cui il demone si libera dalla sua prigionia e l'assalto finale dei demoni all'interno della Chiesa. Queste parti divergono da quelle tipiche di King, avvicinandosi alla tradizione horror cristiano-centrica. Discorso diverso invece è da farsi sulla parte (più debole) in cui il male si diffonde su Dredmouth Point, con gli omicidi e la sostituzione, stile Invasione degli Ultracorpi, dei cittadini contaminati dal male. In queste parti, infatti, gli echi da King sono forti.
Un romanzo dunque finito fuori catalogo, ma che piacerà agli amanti di King e agli appassionati dei romanzi demoniaci, collocandosi a metà strada tra i due distinti approcci. Carino, ma forse troppo lungo nella prima parte e un pizzico troppo derivativo di King nella struttura.
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