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mercoledì 24 gennaio 2018

Recensione Saggi: SOLI AL COMANDO di Bruno Vespa



Autore: Bruno Vespa.
Genere: Saggio Storico Politico.
Anno: ottobre 2017.
Editore: Mondadori.
Pagine: 494.
Prezzo: 20 euro.

Commento a cura di Matteo Mancini.
Lettura piacevole, diretta soprattutto alle masse (per la necessità di sintetizzare l'elevato numero di personaggi trattati), un po' derivativa (ma era inevitabile) con bibliografie e riferimenti a svariati autori. Un'opera divulgativa forse "viziata", nel senso lato del termine, da una tendenza destrorsa, mi verrebbe da dire, ha il merito di riproporre la storia dell'ultimo secolo dal primo dopoguerra ai giorni nostri, così da rinfrescare la memoria e da offrire eventuali spunti da approfondire con ulteriori e mirate letture. Certo, spicca l'evidente finalità commerciale che si rende manifesta negli ultimi tre capitoli, dedicati ai tre personaggi del momento Renzi, Berlusconi e Grillo, con interviste e programmi di governo in vista delle elezioni del 4 marzo 2018. Non è certo una colpa, dato che uno dei tanti fini per cui si scrive i libri è anche quello di fare cassa. A mio avviso, però, il cambio di stile sui tre personaggi finali non collima molto con le altre biografie, scritte col piglio del saggio piuttosto che dell'intervista. A ogni buon conto Soli al Comando è un'antologia storico-politica piacevole da leggere e funzionale a offrire una panoramica quasi completa dell'ultimo secolo. Se avessi scritto io il volume non avrei tagliato, come invece ha fatto Vespa, i leader arabi, ma probabilmente questo è dipeso da un limite di cartelle editoriali.

Veniamo ora al contenuto in dettaglio. Bruno Vespa, storico volto nonché penna del giornalismo italiano (chi non ha visto almeno una volta il suo Porta a Porta?), traccia i ritratti di ventotto leader politici (undici dei quali italiani) prendendo le mosse da Adolf Hitler fino all'attuale presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni. Ogni personaggio viene trattato con capitoli brevi, ognuno dei quali dotato di suo titolo, con il duo Mussolini e Berlusconi a raccogliere il maggior numero di pagine (trentuno/trenta pagine). Si parte con i grandi dittatori di Europa (Hitler, Mussolini, Franco e Stalin), si prosegue con gli artefici occidentali del successo nella seconda guerra mondiale (Roosvelt, Churchill e De Gaulle), quindi con i miti degli anni sessanta (Kennedy, Mao e Fidel Castro) e via via fino ai tempi nostri con i traghettatori degli anni ottanta (Reagan, Thatcher) e gli attuali Putin, Merkel, Trump, Xi Jinping e persino il coreano Kim Jong-Un. Non poteva mancare un ampio spazio dedicato ai politici italiani introdotto dalla figura di De Gasperi seguta dai vari Togliatti, Craxi, Berlinguer, Moro, Fanfani, Andreotti e gli attuali protagonisti Renzi, Grillo, Berlusconi e Gentiloni.

Ogni personaggio viene analizzato con una chiave di lettura a trecentosessanta gradi che va dalla vita privata (grande attenzione ai rapporti con l'altro sesso, moltissimi gli adulteri qualcuno affetto da bulimia sessuale), alla politica, contenstualizzando sempre il periodo storico, i maggiori provvedimenti politici che ne hanno caratterizzato i relativi mandati con aneddoti e giudizi critici talvolta personali circa gli errori o i colpi di genio di volta in volta messi in atto.
Ne esce fuori un tomo di circa 480 pagine che scorre molto bene e, pur essendo caratterizzato da una forte impronta politica, ha comunque un legame storico atto a tracciare la storia degli ultimi cento anni, usando come veicolo le vite e i vari mandati dei personaggi più rappresentativi del secolo. Vediamo infatti come ciascun personaggio sia salito al potere, quali sono state le ragioni che hanno spinto gli elettori verso di loro e, spesso e volentieri, le percentuali di voto a ogni elezione così da comprendere la lenta e graduale ascesa di ognuno di loro in una cronaca appassionata e coinvolgente. Viene così raccontata per sommi capi l'intera seconda guerra mondiale, la guerra civile spagnola, la rivoluzione comunista in Russia con le lotte intestine tra le diverse correnti contrapposte e la resistenza delle truppe di Stalin sotto la pressione dei nazisti. Quindi la tragedia di una Francia divisa in due (il Nord ai tedeschi e il sud sotto l'amministrazione filo-nazista presieduta da Petain) con l'isolato De Gaulle, dappirma in Inghilterra, e poi in Algeria a organizzare con la sua legione straniera la scaltaa al potere che lo avrebbe portato a trattare da vincitore con Inghilterra, Usa e Urss scagliandosi contro la "scorretta Italia" (entrata in guerra contro la Francia a mo' di avvoltoio sceso a compiere un facile pasto su una carcassa alla deriva). Si prosegue col dopoguerra caratterizzato dal braccio di ferro tra Usa e Urss con la loro guerra fredda, ma anche con la lenta e graduale ripresa economica italiana tra l'incubo comunista e le battaglie studentesche di fine anni sessanta caratterizzate dall'avvento di Castro e Che Guevara a Cuba e dal socialismo cinese incarnato dalla figura del carismatico (quanto controverso) Mao Tze-Tung. Il profilo dei singoli, dunque, quale pretesto per parlare soprattutto di storia.

Dalla lettura spicca un evidente tentativo di difesa di Mussolini, non vorrei dire riabilitazione per non suscitare il risentimento di qualcuno. Sembra infatti presente un tentativo di sollevarlo da alcune responsabilità che ne hanno determinato i tratti "demoniaci" per sviarle in capo ad altri. Si veda l'attentato ai danni di Matteotti (addebitato da Vespa a fascisti che hanno interpretato a loro modo delle esclamazioni a caldo del futuro duce) o la strage di Marzabotto (non ordinata da Mussolini che sembra non la prese bene quando ne fu informato) oppure la giustificazione di una sua alleanza con Hitler (personaggio non stimato da Mussolini che lo avrebbe definito spiritato e feroce), dettata dall'atteggiamento ostruzionistico dell'Inghilterra ai danni dell'Italia da cui anche le leggi razziali in precedenza neppure lontanamente ipotizzabili da Mussolini (Vespa sostiene che il duce avrebbe più volte cercato di dissuadere Hitler dai suoi folli piani di pulizia etnica). Oltre che Mussolini spicca anche una difesa di Berlusconi, il quale guarda caso ha caldeggiato l'acquisto del volume presenziando a una delle sue prime presentazioni, con una sorta di accusa ai danni della magistratura cui viene imputato un atteggiamento persecutorio (come mai successo a nessun altro con 309 rogatorie internazionali) ai danni del cavaliere (Vespa fa notare come la quasi totalità delle cause promosse ai danni dell'ex presidente del consiglio si siano risolte in assoluzioni). Dall'altro lato Vespa non perde occasione per evidenziare e sottolineare, a più riprese, le deportazioni e gli omicidi praticati dai comunisti (soprattutto nei capitoli dedicati a Stalin, Mao e Togliatti, ma anche in quello di Franco dove vengono ricordate le stragi dei rivoluzionari ai danni del clero così da controbilanciare le azioni degli uomini del generalissimo), allo stesso modo viene tratteggiato un Mao "scoreggione" affetto da sifilide che si diletta nell'infettare giovani ben felici di avere con lui un rapporto sessuale così da potersi lodare di aver contratto la malattia nientemeno che da Mao. Ne deriva una lettura che potrebbe irritare un lettore votato a sinistra, non che Vespa si inventi cose ma sorge l'impressione che abbia un certo piacere nell'andare a marcare con evidenziatore fucsia certe prassi (si veda le lotte intestine dei partiti comunisti con eliminazione di avversari interni allo stesso partito con relativo seguito, cosa comune anche ai nazisti) e certi delitti che, talvolta, si tende a celare o a ridurre di importanza.

Resta comunque una lettura piacevole che richiede un medio impegno e può costituire spunto per approfondimenti, aspetto quest'ultimo che gli conferisce senz'altro un apprezzabile valore.

Un brindisi con
BRUNO VESPA.

"Ai miei figli perché sappiano sempre conoscere i propri limiti."

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