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sabato 13 dicembre 2014

Recensione narrativa: L'ISOLA DEL DR.MOREAU di H.G. Wells


Autore: Herbert George Wells.
Anno: 1896.
Editore: Newton
Pagine: 96
Prezzo: 1.000 lire.

Commento di Matteo Mancini.
Capolavoro, datato 1896, firmato dal più grande pioniere tra gli autori di fantascienza vissuti a cavallo tra il 1800 e il 1900: Herbert George Wells.
Nato nel Kent, in Inghilterra, nel 1866 nel giorno corrispondente all'equinozio d'autunno, si tratta di uno dei primissimi lavori dell'autore, preceduto dal famosissimo La Macchina del Tempo (1895). All'epoca Wells ha da poco deciso di dedicarsi a tempo pieno all'attività di scrittore, dopo che la madre aveva fatto di tutto per convincerlo a intraprendere il lavoro di impiegato in un grande magazzino. Appartenente a una famiglia di modesti commercianti, dimostra fin dall'adolescenza una fragilità d'animo e una timidezza che lo porta a isolarsi e a rifugiarsi nella lettura di racconti di stampo avventuroso. In particolare, come gran parte dei grandi scrittori dell'epoca, rigetta la società in cui vive che definisce "sordida": come può l'umanità affrontare l'era della scienza con un bagaglio di idee sulla vita, sul sesso e sulla morale che risalgono al medioevo? 
Si specializza in materie scientifiche, soprattutto in biologia, botanica e matematica, studi che si riveleranno determinanti per la stesura delle successive opere e per la sua adesione alle teorie evolutive di Darwin e Spencer che diventeranno i suoi veri e propri cavalli di battaglia. Il suo fine principale è quello di far emergere dalla sua produzione narrativa un messaggio volto a spingere l'umanità ad abbattere la cristallizzazione in cui versa per ricostituire una nuova aristocrazia retta dalla scienza. Così commentano gli autori del volume Maestri della Letteratura Fantastica, edizioni Edipem: "Niente si salva da questa penna diabolica, che elimina, in una prospettiva onirica e scientifica, i conformismi e le pesantezze di una società retriva".

Herbert G. Wells.

Quando Wells scrive L'Isola del Dr. Moreau (Island of Doctor Moreau), ha appena trent'anni, eppure è proprio in questa fase che firma i suoi maggiori capolavori, sebbene la sua carriera si estenda per ulteriori sessanta anni. Non a caso l'anno dopo l'uscita del romanzo qui oggetto di esame pubblicherà L'Uomo Invisibile (1897) e La Guerra dei Mondi (1897) che, insieme ai due romanzi già citati e a Nei Giorni della Cometa (1906), andranno a costituire il quintetto base della sua opera. In quegli anni furoreggia il francesce Jules Verne, vero e proprio anticipatore del c.d. romanzo scientifico che Wells andrà a sviluppare ulteriormente, eppure la penna del Kent si ispira ad altre due opere: Frankenstein (1818) di Mary Shelley e Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde (1886) di Stevenson. Dal primo viene ripreso il concetto dei corpi assemblati, con porzioni provenienti da creature diverse, per creare una creatura nuova; dal secondo invece arriva la figura del c.d. mad doctor, che viola le più elementari norme etico-deontologiche, alla ricerca della scoperta che possa sconvolgere l'umanità. Aumenta inoltre l'impatto violento-crudele anche perché il protagonista, che da origine al titolo, conduce esperimenti non su cadaveri e e nemmeno su se stesso, bensì su animali. Il romanzo avrà fortissimo successo al punto da giungere in Italia fin dal 1900 col titolo L'Isola delle Bestie, influenzerà altresì un altro romanzo di grande successo ovvero Il Pianeta delle Scimmie (1963) del francese Pierre Boulle, il quale riproporrà il tema del confronto tra la difficile convivenza tra le bestie umanizzate e l'uomo.

Una foto tratta dalla trasposizione cinematografica del 1977.

Il soggetto è molto semplice sebbene l'autore lo vada a infarcire di profondi contenuti sociologici, fantascientifici e soprattutto filosofico/religiosi. Vede un biologo impegnato in ricerche che lo hanno portato a essere escluso dall'ordine dei medici per aver praticato esperimenti disumani. Rifugiatosi con alcuni collaboratori in un'isola del Pacifico, il dottore farà importare una serie di animali di diversa specie al fine di compiere operazioni sugli stessi per umanizzarli. Una storia all'epoca pazzesca (in parte premonitrice di quanto sarebbe poi successo con la chirurgia plastica) che però Wells narra con grande tatto metaforico. "Le creature che voi avete visto non sono altro che animali plasmati in nuove forme... Cominciate a rendervi conto che è possibile trasportare il tessuto da una parte all'altra in uno stesso individuo o da un individuo a un altro alterando così anche la sua reazione chimica e il suo metodo di sviluppo, modificare l'articolazione delle sue membra e, infine, cambiarlo nella sua più intima struttura?"

La struttura è quella del racconto narrato in prima persona da un naufrago finito, suo malgrado, nell'isola del dottor Moreau a causa delle bizze del comandante ubriacone che lo aveva salvato dal mare in cui era naufragato per poi scaricarlo sull'isola in questione insieme a un puma e a un bastimento di conigli. Naturalmente, come si conviene a una storia del genere, la natura prenderà il sopravvento sull'illusione umana di poter controllare le mutazioni indotte dalla scienza e scoppierà il caos finale, con il ritorno alle vecchie origini. Tematica, quest'ultima, che sarà ripresa anche da Michael Crichton per il suo Jurassic Park.

La storia viene preceduta da una premessa piuttosto classica per l'epoca, ovvero il racconto parte da un nipote del protagonista della vicenda il quale dichiara di pubblicare il resoconto del parente ormai defunto e rinvenuto per mera coincidenza. Curiosamente chi afferma di aver rivenuto la storia si firma Edoardo Prendick, mentre il protagonista dei fatti è Eduardo Prendick, in un'assonanza di nomi che rievoca lo scherzo radiofonico che nel 1938 organizzerà Welles (all'epoca imegnato anche in spettacoli di magia e illusionismo) il quale leggerà brani de La Guerra dei Mondi di Wells convincendo buona parte della popolazione di essere sotto attacco dei marziani. In questo scioglilingua generale, risulta assai buffo notare come il nome di Welles sia Orson ovvero un nome che richiama i personaggi oggetto degli esperimenti di Moreau.

Questa, in sintesi, la premessa citata: "Eduardo Prendick, un modesto gentiluomo che doveva essersi imbarcato a bordo del Lady Vain a Callao e che si credeva perduto a 5'3' di Latitudine Sud e 101' di Longitudine Ovest, fu raccolto da un canotto il cui nome era illeggibile... Fece un racconto così strano che lo si suppose demente. Il suo caso era stato classificato dai fisiologi del tempo come un curioso caso di mancanza di memoria cagionato da sforzi fisici e mentali. Il racconto che segue, fu trovato fra le sue carte dal sottoscritto, suo unico nipote ed erede; esso però non era accompagnato da nessuna nota che accennasse a un desiderio di pubblicazione. La sola isola che esista nella regione dove mio zio fu raccolto, è l'Isola di Noble, una piccola isola vulcanica, disabitata. Fu visitata nel 1891 da Lord Scorpion."

Omaggio della Bonelli al romanzo.

La prima parte del romanzo è dedicata al naufragio della nave in cui si trova mister Predick e al salvataggio dello stesso operato per caso da una nave di passaggio. L'uomo, ormai senza cibo da giorni, viene curato e messo in condizione di tornare a muoversi. Sul cargo viaggia una strana ciurma che risponde agli ordini di un comandante pazzo che urla e sbraita come un ubriaco isterico. Oltre a questi ci sono una serie di animali in gabbia con conigli, cani e un puma. Il tutto verrà  scaricato su un'isola semi-deserta dove padroneggia un uomo un tempo molto rinomato in Europa ma allontanato per le sue pratiche barbariche. Qua Prendick scoprirà la presenza di strane creature parlanti che vagono per l'isola e che, inizialmente, danno la sensazione di essere uomini deformi o comunque bizzarri scherzi della natura. L'uomo, attirato dai latrati e dai lamenti del puma, farà irruzione in quella che viene chiamata "La Casa del Dolore" e vedrà il dottor Moreau impegnato nel compiere strane operazioni e a infliggere strane torture agli animali. In realtà il biologo sta trasformando gli animali in bizzarre caricature umane, lavorando addirittura sulla mente delle stesse per portarle a ragionare, a parlare e persino a rispettare un abbozzo di regolamento dell'isola.

All'innegabile taglio avventuroso, senz'altro prevalente sugli altri, Wells inizia a poco a poco a colorare la storia con evidenti schizzi horror (per lo più inseguimenti, in una foresta che sembra una giungla, operati da alcune creature ribbelli che hanno saggiato il sapore del sangue), anche perché il Dr. Moreau, come il Dr. Hammond di Jurassic Park, non si fa mancare nulla e oltre alle pecore, alle scimmie, alle volpi e alle iene, utilizza, nel suo giocare a essere Dio, orsi, cani, tori e infine un puma, creando inoltre delle creature ibride frutto dell'unione di più animali. Proprio come per i dinosauri di Crichton questi esseri, inizialmente, sembrano non in grado di procreare e finché resta in vita il Dottore riescono anche a essere tenuti sotto controllo, pur vivendo allo stato brado, scimmiottando gli usi dell'uomo e camminando tutti su due gambe. Si tratta di un'evoluzione della storia, per l'epoca, già di per sé spettacolosa, ma ecco che Wells dimostra di essere non un buon scrittore, bensi un grande maestro della narrativa fantastica. Lo scrittore del Kent, infatti, inserisce un substrato sociologico che viene ad assumere il significato di fondo dell'opera, mostrando la condizione dell'uomo comune della società dell'epoca (ma sara solo di quella?). Pubblico qui di seguito alcuni passaggi che aiutano a comprendere: "La loro relativa sicurezza era dovuta al limitato livello intellettuale di quelle bestie. Nonostante la loro accresciuta intelligenza e la tendenza degli istinti animaleschi a risvegliarsi, avevano alcune idee fisse impiantate da Moreau nelle loro menti, che condizionavano assolutamente la loro volontà. Erano realmente ipnotizzate: era stato detto che certe cose non si potevano fare, che altre non si dovevano fare, e tali proibizioni si erano impresse tanto bene nei tessuti del loro cervello, da togliere ogni possibilità di disubbidienza e di contestazione... Montgomery e Moreau avevano una cura costante nel mantenerli nella più completa ignoranza del gusto del sangue, poiché temevano la inevitabile suggestione di quel sapore."

Dal passaggio di cui sopra appare evidente la critica di Wells al mondo in cui vive. L'autore inglese vuole sottolineare la necessità di rompere gli schemi, di liberarsi dai preconcetti e di perseguire la vera libertà interiore, sottolineando allo stesso tempo come chi detenga il potere abbia tutto l'interesse a non permettere ai controllati (da leggersi quali cittadini) a estrensicare la loro vera natura (di qui il significato metaforico del sangue quale diritto da perseguire per certi animali costretti qua a torture psichiche e fisiche, fino a dover mutare comportamenti e usi a discrezione del loro padrone).

Herbert G. Wells.

La parte finale del romanzo vede la morte del Dr. Moreau, impegnato ad abbattare l'uomo puma fuggito per far man bassa di prede. A questo punto, proprio quando il lettore inizia a pensare che la storia vada a scemare, Wells piazza un altro spunto da grande scrittore. Le Bestie umanizzate, a tal riguardo segnalo un altro romanzo che ha attinto da qui ovvero Le Catene di Eymerich del grande Valerio Evangelisti, rompono il loro blocco iniziale e iniziano ad assumere comportamenti animali. Perdono l'uso della parola, tornano a quattro zampe e iniziano a cacciare. Allo stesso modo, come in una sorta di disturbo post-traumatico da stress (Wells antiicipa anche questo) alla stregua di quanto colpirà i soldati americani dal ritorno dal Vietnam, Prendick verrà influenzato dalla situazione disumanizzandosi e trovando poi assai difficoltoso il rientro nella società. "E' curioso sapere come mi fossi abituato presto agli usi di quei mostri e come avessi acquistato fiducia in me stesso. Ebbi le mie lotte e potrei mostrare le tracce dei loro denti; ma ben presto essi acquistarono un totale rispetto per il mio modo di lanciare pietre e per quello di maneggiare la scure... Trovai che il sentimento d'onore di quegli esseri era basato solo sulla capacità di infliggere ferite profonde... Uno o due che in qualche scontro avevo ferito, mi portavano il broncio, ma questo me lo dimostravano solo con delle smorfie dietro le spalle e a una distanza che li metteva al sicuro dalla mia portata". Ebbene, quanto appena scritto da Wells non è che la perifrasi di uno stato di guerra. 
Oltre agli scontri, per tenere sotto controllo gli animali, timorosi dei comandamenti imposti da Moreau pena punizioni corporali, Prendick farà cenno a una sorta di occhio che scruta dall'altro, un eye in the sky, anticipando in questo George Orwell (il riferimento va al capolavoro 1984).
Il passaggio in questione nel testo:

«Lui non è morto! Anche adesso vi guarda!Queste parole li fecero trasalire: venti paia di occhi mi guardarono.
«La casa del dolore è finita» continuai «ma essa risorgerà di nuovo. Voi non potete vedere il padrone, ma anche adesso egli vi ascolta.»
«E' vero, è vero!» disse l'uomo cane.
"Tutti rimasero scossi dalla mia sicurezza. Un animale può essere furbo e feroce abbastanza, ma occorre che sia un vero uomo per poter mentire."
«L'uomo dal braccio fasciato dice cose assai strane!» mormorò uno di quegli individui.»
«Vi dico che è così» aggiunsi «Il padrone e la Casa del Dolore risorgeranno... Guai a chi disubbidisce alla legge.»


L'epilogo è una chiusura circolare del romanzo, con il protagonista che riesce a scappare dall'isola, in un coast to coast da Apia a San Francisco, pur trovandosi costretto a non esternare quanto gli è successo perché tutti, altrimenti, lo prenderebbero per matto.
"Nessuno mi credeva; io sembravo agli uomini quasi tanto strano quanto lo ero sembrato alle bestie umanizzate. Forse avevo conservato in me qualche cosa della naturale selvatichezza dei miei vecchi compagni...", qua Wells anticipa un principio cardinale che sarà costituito dagli studiosi di criminologia e cioè che la vittima porta su di sè sempre qualcosa della scena del delitto e che lo stesso avviene sulla scena del delitto dove rimane quasi sempre qualcosa del soggetto agente. Parafrasando, il concetto è lo stesso. Dunque Wells si dimostra, anche per queste cose, un grandissimo. E lo è ancor di più nelle ultime battute dove evidenzia il disagio del fuggiasco: "Il mio malessere assumeva le forme più strane. Non riuscivo a persuadermi che le donne e gli uomini che incontravo non fossero un altro popolo di animali passabilmente umani, plasmati con l'immagine esterna della nostra specie, ma che sarebbero presto regrediti fino a mostrare ora questo e ora quel segno bestiale." Dunque una chiusura in cui Wells diviene psicologo e abile conoscitore di sociologia. CAPOLAVORO.

La locandina del film che è stato tratto dal libro nel 1977.

I Comandamenti del Dottor Moreau:
Non andare a quattro gambe, questa è la legge;
Non lappare per bere;
Non mangiare né carne né pesce;
Non scorticare la corteccia degli alberi;
Non dar la caccia gli altri uomini;
Gravi sono i castighi di coloro che infrangono la legge. Nessuno le sfugge.
Sua è la Casa del Dolore, Sua la mano che opera, Sua la mano che ferisce, Sua la mano che guarisce.



La copertina dell'album musicale della colonna sonora
della trasposizione cinematografica di Sergio Martino
ispirata al romanzo di Wells.


Una scena del film di S. Martino.


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