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martedì 19 marzo 2013

Recensione Saggi: ZEMAN. UN MARZIANO A ROMA (Giuseppe Sansonna)


Autore: Giuseppe Sansonna.
Anno: 2012.
Edizioni: Edizioni Minimum.
Genere: Saggio Sportivo.
Pagine: 78.
Prezzo: 5 euro.

Commento Matteo Mancini
Dopo l'ottimo Il Ritorno di Zeman, lo scrittore Giuseppe Sansonna prende al balzo l'occasione offerta dal ritorno del tecnico boemo sulla panchina romanista per realizzare un secondo volume dedicato a questa granitica ma affascinante figura.

Appassionato di cinema nonché regista, Sansonna unisce ancora una volta i suoi amori con la letteratura dando vita a un'opera tanto breve quanto spassosa, a metà strada tra il saggio e il racconto. Il punto di forza del prodotto ricade sullo stile da scrittore creativo preferito a un taglio storico/giornalistico. Del resto l'intenzione dell'autore appare palese fin dal titolo adottato, Un Marziano a Roma, che fa il verso a una commedia teatrale di Flaiano in cui un alieno giunge nella capitale destando curiosità e sensazione. Così Sansonna crea pathos e impreziosisce le avventure del suo mito di una patina epica, enfatizzata dalla ricerca di periodi che non possono non far presa sul lettore. Eccelsa la caratterizzazione di Zeman che viene presentato come impassibile a qualsiasi influenza esterna al punto da non modificare espressioni facciali né subire alterazioni fisiche dovute al caldo o al freddo (ostenta un metabolismo da rettile dice Sansonna), disinteressato al denaro e con il solo obiettivo di fare spettacolo pulito da offrire sottoforma di emozione a un pubblico in cerca di divertimento.

"Se si gioca solo per se stessi, per il risultato, senza tenere conto di pubblico, meglio giocare a porte chiuse. Poi si da risultato al pubblico dopo, magari con comunicato stampa" la frase che sintetizza bene la filosofia del mister.

"Zeman era già ammantato dall'aura di duro e puro, era un giovanotto educato e naif, un po' allampanato, che sembrava atterrato da un altro pianeta. Rispettoso con tutti, dalle testate più potenti alle radio condominiali." Come ebbe modo di dire il suo storico preparatore atletico: "E' come un angelo asessuato, pieno di carisma". Meno colorito ma comunque esaustivo invece il presidente della Roma dell'ultimo scudetto, Sensi: "Zeman è un atipico, che non ha flessibilità tecnica né politica. Gli sono vicino sul piano umano, non posso esserlo su altri piani".

Il nucleo centrale del volume è dedicato al ritiro romanista dell'estate 2012 (l'autore è presente sul posto insieme alla squadra e rivela alcuni dietro le quinte), con Zeman di ritorno nella città capitolina dopo l'esilio avvenuto per le denunce doping e la lenta risalita iniziata dal campo del Foggia con una squadra allestita con 10.000 euro e proseguita con l'entusiasmante galoppata del Pescara dei talenti fino alla vittoria del torneo cadetto.

Sansonna condisce il tutto con aneddoti passati propri della prima avvenutura romanista di Zeman. Parla della sua abitudine di divorare migliaia di DVD per scoprire potenziali campioni in erba da plasmare e adattare al suo 4-3-3.
Viene poi risercato largo spazio ai siparietti con Totti (di cui Sansonna svela anche qualche curiosità personale), alle scommesse vinte da uno Zeman che si tuffa e nuota in piscina contro ogni pronostico, o alle scomparse improvvise del mister la domenica prima della partita per essere poi trovato davanti a una tv ad ammirare una manche di discesa libera per deliziare la sua sete di sport.

Non mancano inoltre aneddoti legati all'esperienza messinese del mister, quando teneva in panca Totò Schillaci avendo contro tutta la piazza ma contribuendo a farlo maturare in modo decisivo, così come è presente un piccolo ricordo al portiere storico di Zeman Franco Mancini. "Per me era il portiere ideale" confessa il mister; "Questo Mancini lo parava" è il refrain che il boemo bisbiglia a se stesso, a mezza voce. lo ha sempre detto a tutti i portieri che ha allenato.

Così tra freddure di britannica memoria, scaramanzie e glaciali spavalderie, condite dall'amore degli sportivi alla ricerca dello spettacolo, Sansonna narra il tutto con brio in modo divertente e divertito regalando ai fan dell'allenatore una piccola perla purtroppo limitata nella sua estensione.

Da avere se si ama il mister.

Chiudo riportando un bel passaggio del libro. "Antieroe kafkiano, schiacciato dal palazzo, accostato al solito abusato Don Chisciotte. Zeman incarna il riscatto di un popolo vessato, geneticamente abituato a subire le vessazioni del Nord ricco, industriale, prepotente.
La sua è una rivincita sognante, anche se il sogno non si avvera quasi mai in una sorta di dolente mistica tipica dell'eterno sconfitto, perennemente avvolto dalla sensazione che avrebbe potuto e dovuto vincere sempre, in un mondo ideale. Che tanta bellezza, tanta mole spumeggiante di gioco meritava migliore sorte. Se non ci si fossero messi di mezzo il destino cinico e baro, i poteri occulti e le forze del male".


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