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domenica 16 dicembre 2012

Recensione: ZEMANOLOGIA - Filosofia di gioco e di vita di un genio del calcio (M.Palombella & F. Spaziani Testa))



Autori: Massimiliano Palombella e Francesca Spaziani Testa.
Genere: Saggistica.
Anno: 2012.
Editore: Ultra Sport.
Pagine: 194.
Prezzo: 12.90 euro

Commento Matteo Mancini.

In una giornata un po' infausta per i tifosi romanisti, sconfitta di misura immersi nella nebbia di Verona, vengo ad analizzare questo testo, uno dei tanti usciti in questi mesi sulla figura dell'allenatore boemo Zdenek Zeman.

Come non iniziare questa recensione attingendo direttamente dalle parole degli autori anche per meglio tratteggiare il personaggio Zeman a beneficio di chi non segua il calcio? Tra i passaggi più indicativi, il più appropriato, forse, è questo: "La carriera di Zeman è un lungo e costante esperimento. Un viaggio fatto di idee e intraprendenza. Ovunque sia stato ha provato a trasmettere la sua filosofia: bel calcio, divertimento, passione. Ha accettato scommesse. Ha vissuto realtà complicate e scelto strade difficili, tortuose. Si è sempre messo in gioco, riuscendo quasi ovunque a valorizzare talenti, a insegnare calcio. I campioni il boemo li ha scoperti da sé o se li è creati in casa, perché di grandissimi investimenti, nelle squadre allenate da Zeman, se ne sono sempre visti pochi".

Il duo Palombella-Spaziani Testa struttura il libro in modo sintentico e schematico con uno stile giornalistico proprio del mondo di loro provenienza. Sono quattro i capitoli in cui si sviluppa l'opera, quattro capitoli in cui gli autori narrano in modo leggero e scorrevole le vicessitudini della carriera di Zeman, attingendo a frasi storiche del boemo ma anche a dichiarazioni di terze persone. Emerge inoltre assai bene il concetto del calcio spettacolo, dell'esigenza di ottenere il risultato con un metodo volto a creare gioco piuttosto che a disfare o arginare quello dell'avversario: il modo in cui si ottiene un risultato, spiega Zeman, è importante quanto il risultato stesso.

Il primo capitolo, abbastanza breve, viene dedicato al personaggio Zeman, alla sua giovinezza e al suo carattere massimalista. Dunque si parla della sua fuga da Praga, del suo amore per gli sport in generale, dapprima come atleta e poi come studente. Viene poi spiegato il suo atteggiamento mentale e il suo approcciarsi al mondo in maniera idealista, senza compromessi, finalizzato alla ricerca dello spettacolo per il suo popolo e non solo. "Manichea è la sua concezione del mondo" dicono gli autori "Bianco o nero, senza sfumature. Zeman difende le sue idee sino alla morte, perché per lui sono verità assolute."

Nel secondo capitolo si affrontano le battaglie extracalcistiche di Zeman. Il materiale è sintetico, ma sufficientemente completo. Così troviamo la lotta contro il doping, calciopoli e i processi a carico della Juventus che causarono l'ostracismo ai danni dell'allenatore, a poco a poco, isolato e costretto a lavorare dapprima in serie B e poi addirittura in C1. Solo il tempo darà ragione a Zeman con il levarsi di uno scandalo che ha caratterizzato le pagine dei nostri giornali sportivi e non.
Si parla di industria del calcio e di come Zeman veda di cattivo occhio il calcio businnes, in quanto più legato a una visione romantica dello sport. "Continuate a fare calcio per passione, anche ad alto livello, non mettete il guadagno in primo piano. Il segreto è la passione" spiega ai giovani con cui lavora.
Infine si affronta l'ultimo scandalo del nostro calcio ovvero quello del calcio scommesse.
Il capitolo si chiude con una frase a effetto ma che rende bene l'idea del personaggio: "La battaglia di Zeman è come il suo 4-3-3: una certezza".

Il terzo capitolo del libro è quello più completo e interessante. Qui gli autori parlano del calcio di Zeman e della sua filosofia sportiva. Addirittura riportano le tabelle delle terribili (per la fatica) preparazioni estive romaniste e i più frequenti schemi di gioco fatti di verticalizzazioni e sovrapposizioni.
Si accennano anche gli spunti che hanno ispirato il calcio champagne zemaniano e il concetto dell'attacco come migliore forma di difesa: l'Olanda di Crujff e il Brasile anni '70. Zeman però precisa subito: "Credo che uno non si debba accontentare di copiare gli altri, perché così non si va lontano. Devi andare avanti con tue idee e con la tua visione tattica". Ed ecco infatti che viene spiegato come negli schemi dell'allenatore vi siano alcuni accorgimenti mutuati da altri sport come la pallamano e l'hockey per dar vita a uno stile inemitabile proprio del calcio zemaniano.

L'ultimo capitolo, infine, è dedicato alla carriera di Zeman con un'attenzione particolare alle squadre che ha allenato, ai piazzamenti ottenuti e ai rapporti con i giocatori e le varie presidenze con cui ha dovuto confrontarsi. Si riportano anche tutte le rose avute a disposizione eccetto (non si capisce perché) quelle del Licata, di cui si parla comunque.

In conclusione un libro che si legge in una giornata in virtù di uno stile giornalistico che lo rende leggero e privo di fronzoli. Forse un po' sintentico in alcuni passaggi, ha il merito di cercare qualcosa di innovativo introducendo i piani di allenamento e qualche schema tracciato su apposita tabella. Piacevole.

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