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martedì 13 marzo 2012

Recensione cortometraggio DIESIS di Simone Chiesa & Roberto Albanesi



Produzione: New old story film di Casalpusterlengo, 2012

Regia: Simone Chiesa & Roberto Albanesi.

Genere: Thriller psicologico.

Soggetto: tratto dal racconto “Scatti Senza Anima” di Luca Zibra.

Sceneggiatura: Luca Zibra, Davide Cazzulani e Beatrice Portarena.

Fotografia: Davide Cazzulani.

Colonna sonora: Andrea Fedeli & Armando Marchetti.

Interpreti Principali: Giorgio Melazzi (Voce Narrante), Matteo Ghisalberti, Raffaella Zappalà.

Durata: 8 minuti circa.

Commento di Matteo Mancini


Secondo prodotto della New Old Story Film di Casalpusterlengo che dopo il corto di debutto Happy Birthday del 2011 cambia drasticamente registro e stile.
La coppia Chiesa-Albanesi abbandona il corto d'azione e la regia alla Blair Witch Project che ne aveva caratterizzato il debutto (anche perché legata al soggetto incentrato sugli snuff movie) a vantaggio di un qualcosa di più artistico e personale.

Il corto ruota attorno al lento e inesorabile trascorrere del tempo, rappresentato come l'unica giustizia, insieme alla morte, di veramente equa e imparziale al mondo. Il protagonista ne è tanto ossessionato dall'aver trovato nella fotografia l'unica via per imbrigliare l'inevitabile fuga della vita. Così non fa altro che scattare foto l'una dietro l'altra con la mitica Reflex.

In tutto il corto spira un po' quell'aria che avvolgeva l'epilogo di American Beauty, quando Kevin Spacey effettuava tutti i suoi ragionamenti sulla vita. A differenza del capolavoro statunitense, però, nel corto c'è una componente macabra che resta tuttavia accennata e comunicata allo spettatore con la massima delicatezza.

Interessante, al riguardo, l'ottimo gioco di luci orchestrato da Davide Cazzulani che opta per due tonalità che si alternano nel corso del corto. Una fotografia di stampo freddo con predominanza dei colori blu e azzurro a commentare visivamente le scene ambientate nel presente (e dunque soggette a evolversi per il fluire del tempo) e una calda e di ottimo impatto visivo nelle scene che simboleggiano il passato e che sono rappresentata con una tonalità arancione e gialla. Ne esce un tocco malinconico, peraltro esaltato dall'eccezionale voce narrante di Giorgio Melazzi che accompagna le immagini con un timbro vocale che ricorda niente meno che Giancarlo Giannini. La cosa non deve sorprendere né sembrare più di tanto azzardata, vista la grande esperienza maturata da Melazzi in veste di doppiatore di videogiochi, film, spot pubblicati e cartoni animati.
Funzionali, non poteva esser altrimenti visto che stiamo parlando di una voce narrante, i monologhi scritti a sei mani da Davide Cazzulani, Beatrice Portarena e Luca Zibra che sviluppano un soggetto di quest'ultimo estrapolato dal racconto Scatti senza Anima.

Regia dal taglio classico, piuttosto che di genere (come invece era quella di Happy Birthday), che punta moltissimo sulla componente visiva. Particolarmente bella la parte finale dove vediamo l'attrice Raffaella Zappalà muoversi con leggerezza in un contesto che sembra estrapolato da una vecchia polaroid scolorita degli anni '70. Di grande effetto l'ultima inquadratura, con la Zappalà che si allontana verso un orizzonte sfuocato e indefinito. Davvero un grande tocco di regia e di fotografia, il punto più alto del corto.

A voler trovare dei nei indicherei una sceneggiatura un po' troppo evanescente, anche se ben scritta nei monologhi, che forse non chiude bene il cerchio iniziato con l'ottimo prologo in cui si rappresenta giustamente il tempo come un Dio equo che non distingue tra ricchi e poveri. Nel corto poi si parla di un omicidio che non assume una valenza metaforica di pronta soluzione e che, invece, gli autori probabilmente puntavano a trasmettere al pubblico.
Nessuna battuta per gli attori che mettono solo il loro corpo al servizio dei registi, trovata che senz'altro li libera da eventuali difficoltà recitative.

Ne deriva un prodotto che rischia di esser considerato più come un esercizio di stile (ottimo e sicuramente nettamente superiore a Happy Birthday) piuttosto che un qualcosa di veramente completo. In ogni caso tecnicamente molto curato e interessante. Un plauso soprattutto a Giorgio Melazzi (meglio di così non poteva fare), ai direttori della fotografia e anche agli addetti alla colonna sonora che regalano un sound dolce e rilassante.

Dunque un corto nostalgico per contenuti e messa in scena che lascia presagire ulteriori miglioramenti per la coppia Simone Chiesa e Roberto Albanesi in netta ascesa rispetto al debutto. Si attendono i due per prodotti dalle trame più complesse, magari con Roberto Albanesi in veste di protagonsita vista l'ottima prova dello stesso in veste di protagonista di Happy Birthday.

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