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lunedì 14 novembre 2011

Recensione: IL VANGELO SECONDO SATANA - Patrick Graham





Autore: Patrick Graham
Anno: 2007
Genere: Horror/Thriller
Editore: TEA
Pagine: 512
Prezzo: 8.90 euro

Commento di Matteo Mancini
Romanzo dato alle stampe nel 2007 in Francia da Patrick Graham, capace di vincere al suo debutto il "Maisons de la Presse" e di vendere in Italia oltre 50.000 copie tanto da spingere l'autore a scrivere subito un sequel (di minor successo) intitolato "L'apocalisse secondo Marie"
Appassionato di storia e dello studio di religioni, Graham struttura il suo romanzo strizzando più di un occhio a Dan Brown e più nello specifico al romanzo "Angeli & Demoni" .

I punti di contatto tra le due opere sono decisamente marcati e le similitudini piuttosto evidenti. Ancora una volta si assiste a un complotto nato in seno al Vaticano per sovvertire la Chiesa e smascherare una menzogna (nella fattispecie relativa alla resurrezione del Cristo, che in realtà non sarebbe mai avvenuta). Graham non si limita a questo, ma come Brown pone al vertice del complotto il Camerlengo (figura improvvisamente diventata affascinante nell'immaginario dei romanzieri) con tanto di omicidio del Papa avvenuto ancora una volta per avvelenamento (fatto passare, come nel già citato romanzo di Brown, per morte naturale) e successivo conclave (con rapimento questa volta dei parenti dei cardinali e l'uccisione di alcuni di loro). Non manca infine qualche richiamo ai Templari e soprattutto agli Illuminati, visti come il braccio armato della "Fumata nera di Satana" (gruppo qua protagonista e veneratore non già della scienza bensì del maligno).

E allora se il romanzo è tanto debitore dell'opera di Brown, perché ha suscitato così tanto interesse?

A mio avviso la risposta va ricercata nell'introduzione da parte di Graham di una forte componente horror nonché nell'aver introdotto uno sviluppo della storia più blasfemo di quello pavimentato da Brown.

Tutto ruota attorno a un vangelo apocrifo andato perduto: "Il vangelo secondo Satana". In questo testo, che viene caratterizzato in stile Necronimicon (foderato in pelle umana e dal contenuto così scioccante da indurre a pazzia chi lo legge), si afferma che Cristo sulla croce avrebbe rinnegato Dio trasformandosi in Giano (ovvero ne il figlio del diavolo, decretando la morte del bene). La metamorfosi sarebbe stata talmente brutale e rabbiosa da costringere i romani a uccidere il figlio della bestia a sprangate pur di placarne l'impeto e la rabbia sulla croce. Giano/Gesù non sarebbe quindi risorto, ma rinchiuso in un sepolcro e successivamente recuperato dai Templari. Il suo teschio sarebbe poi finito secoli dopo nelle mani di alcune suore di clausura incaricate di custodire in segreto i testi vietati dalla Chiesa (tra cui il Vangelo secondo Satana) nonché i resti di Giano.
Fin dall'inizio i seguagi di Giano si sarebbero moltiplicati in tutto il mondo, soprattutto in seno alla Chiesa, giungendo persino in Sud America svariati secoli prima di Colombo e dei conquistadores, iniziando Maya e Atzechi al culto del diavolo. Nel mentre, un gruppo di monaci satanici condotti da un essere immortale chiamato Caleb, nel tentativo fallito di entrare in possesso del Vangelo, si sarebbero macchiati di atroci delitti a danno di suore e di chiunque fosse stato incaricato di nascondere il libro.

Questo in estrema sintesi il soggetto del romanzo, che viene sviluppato grazie a escamotage come le capacità sensitive della protagonista - un'agente dell'FBI, incaricata di indagare su una catena di omicidi internazionali a danno di suore, in grado di entrare in trance e assistere a episodi verificatesi persino nel Medioevo immedesimandosi nelle vittime (prabilmente la parte di maggior effetto del romanzo, in cui Graham si dimostra assai talentuoso nel suscitare tensione) - e la scelta di ambientare il plot in svariate parti del mondo (si va dall'Africa alla giungla Amazzonica nei pressi di Manaus, per chiudere in Italia e più nello specifico a Roma).

Il limite principale del romanzo, a parte i fin troppo evidenti richiami a Dan Brown (che sicuramente ne minano l'originalità), sta nell'insistente ripetitività (si torna troppe volte sulle stesse vicende, anche se trattandole in modo via via più completo e da punti di vista diversi) e nella scarsa capacità dell'autore nel generare attrazione in chi legge. Mi spiego meglio. Mentre nel romanzo di Brown il testo si sviluppava in modo essenziale, quasi ridotto all'osso e con l'unico scopo di stimolare il lettore nel chiedersi chi fosse l'assassino, quali fossero i personaggi che orchestravano il complotto nonché cosa sarebbe successo nell'evolversi dei fatti, in quello di Graham questo non avviene o comunque si rivela assai ridimensionato. Tutto è eccessivamente diluito e la natura del completto nonché i segreti che ne stanno alle spalle vengono subito dati in pasto al lettore fin dalle prime battute. Ne deriva un calo vertigionoso di quella suspence che invece sarebbe stata opportuna mantenere.
Trovo inoltre fuori luogo, perché appesantiscono la lettura, i capitoli in cui Graham si sofferma sugli aspetti prettamente criminologici fornendo classificazioni non corrette (parla dei "Cross nation" , così vengono definiti in criminologia i serial killer che si spostano da un luogo all'altro complicando così le indagini e costringendo gli inquirenti a individuare quello che viene definito il "case linkage" , come una categoria criminologica a sé stante distinta dai serial killer quando invece si tratta esclusivamente di un modus operandi proprio di alcuni delinquenti seriali).

Nonostante gli importanti limiti il romanzo non crolla solo per la bravura di Graham che sforna alcuni passaggi densi di tensione e di un tocco visionario veramente da grande maestro (soprattutto la parte di romanzo ambientata in Sud America e quella ambientata nel medioevo dove si evocano atmosfere da Heroic Fantasy) e con punte splatter niente male per un testo commerciale.

Dunque un romanzo copioso che, a mio avviso, avrebbe beneficiato del taglio di almeno 100/150 pagine, con troppi debiti a "Angeli & Demoni" ma scritto con grande coraggio e con momenti horror (senz'altro gli aspetti più interessanti del testo insieme all rapporto Giano/Gesù, rispetto al già visto intreccio incentrato sulle cospirazioni vaticane) che ne valgono la lettura. Blasfemissimo, non indicato ai religiosi suscettibili. Voto: 6

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